Welfare

Detroit: la città ricostruita dagli scrittori

Il progetto di riqualificazione urbana Write a House, acquista le case abbandonate della città, trasforma i lavori di restauro in corsi di formazione per ragazzi in difficoltà e le regala ad autori emergenti

di Ottavia Spaggiari

Come si ricostruisce una città? Popolandola di scrittori. E’ l’idea che anima Write a House, il programma nato a Detroit per risollevare la città vittima di decenni di degrado e diventata il simbolo della crisi finanziaria negli Stati Uniti. Dopo essere stata commissariata dal governo federale, la città aveva dichiarato bancarotta nel Dicembre 2013, perché incapace di ripagare il debito accumulato di 18,5 miliardi di dollari. La crisi del 2008, però è stata solo il colpo di grazia sulla città che, dal 1950, ha visto la popolazione diminuire di circa il 60% passando da 1,8 milioni a poco più di 700 mila abitanti nel 2013. Un tasso di disoccupazione che sfiora il 15%, un reddito medio pro capite intorno ai 15 mila dollari all’anno e una mancanza di opportunità che rende quasi inevitabile la decisione di partire.

Sono moltissimi a lasciare le proprie case invendute, in un mercato immobiliare in costante svalutazione, complice il degrado e di quello stesso degrado diventando a propria volta complici, perché, come ha scritto Angie Smitts su Good.is, “Se una casa è arrivata a costare poche migliaia di dollari, il costo della manutenzione e di un’eventuale ristrutturazione non è calato, rimanendo inaccessibile a molti”. E’ in questo scenario che è nato Write a House, il programma letterario e di riqualificazione urbana, che intende trasformare Detroit in un centro letterario indipendente. Lanciato da un collettivo di scrittori, giornalisti e filmmaker, tutti residenti in città, Write a House, acquista case in stato di abbandono e trasforma i lavori di restauro in veri e propri corsi professionali per ragazzi in difficoltà, regalando poi ogni casa finita ad un autore emergente, selezionato da una giuria letteraria. Presupposti fondamentali per essere scelti come nuovi proprietari di casa a Detroit, il talento, l’intenzione diventare parte integrante e attiva della comunità letteraria locale, a chi vince infatti è richiesto di trasferirsi stabilmente in città e passarvi almeno il 75% del proprio tempo. “Detroit sta iniziando ad attirare sempre più creativi”, afferma Sarah F. Cox, co-fondatrice di Write a House. “Rimane però una città difficile, con problemi e tematiche che non si trovano in molti altri posti. E’ molto interessante poter provare a risolvere alcuni di questi problemi.”

L’annuncio del primo vincitore del bando letterario lanciato da Write a House, è stato appena reso noto, sarà Casey Rocheteau, poetessa e scrittrice, originaria di Brooklyn, che a Good.is ha raccontato “La sfida più grossa, sarà quella di contrastare la narrativa della città, promossa dai media mainstream, che raccontano di un luogo abbandonato e spaventoso.”

A Detroit, Rochetau andrà a vivere nel quartiere di Banglatown, il quartiere originariamente polacco oggi prevalentemente abitato da afro-americani e bengalesi, in una casa a due piani con giardino. Write a House ha acquistato la proprietà per appena mille dollari e ne ha spesi circa 30 mila per il restauro,  la campagna di raccolta fondi per finanziare il progetto è stata lanciata sulla piattaforma di crowdfunding, Indiegogo. Altre tre abitazioni nella zona, aspettano già i prossimi proprietari letterati, ma potenzialmente potrebbero essere molti di più gli scrittori a trasferirsi a Detroit. Le case abbandonate in città sono oltre 10 mila.

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