Welfare

Detenzione e tortura in Iraq in un rapporto di Amnesty

Nonostante la "lezione" di Abu Ghraib, nelle carceri si perpetrano ancora maltrattamenti e violazioni dei diritti umani.

di Chiara Brusini

Nonostante lo scandalo degli abusi perpetrati ad Abu Ghraib torni periodicamente a far discutere l’opinione pubblica, i detenuti in Iraq continuano a subire le torture dai loro carcerieri: lo denuncia Amnesty International nel rapporto “Oltre Abu Ghraib: detenzione e tortura in Iraq” pubblicato oggi. La relazione cita inoltre testimonianze di ex prigionieri, i quali raccontano di essere stati frustati con fili elettrici, di aver ricevuto elettroshock e di essere rimasti a piedi nudi in stanze allagate mentre veniva immerso nell’acqua un cavo elettrico. Le interviste sono state raccolte tra l’anno scorso e l’inizio del nuovo anno, come ha spiegato Amnesty. I ricercatori hanno condotto le interviste in Giordania e in Iraq ascoltando ex detenuti, i parenti di attuali prigionieri e i legali che difendono i loro casi in Iraq. L’esercito Usa ha commentato il rapporto sostenendo che tutti i detenuti sono trattati secondo le convenzioni internazionali e la legge irachena. “Alcuni sono stati detenuti per oltre due anni senza essere processati e poter fare ricorso – scrive Amnesty nel rapporto – altri sono stati rilasciati senza motivazioni o scuse o risarcimenti dopo mesi di detenzione, vittime di un sistema arbitrario che dà luogo ad abusi”. Ma secondo l’esercito americano ad ogni prigioniero vengono fornite le spiegazioni della sua detenzione e i dossier sono rivisti ogni 90-120 giorni, ha spiegato il portavoce Guy Rudisill in una risposta scritta all’Ap. Il rapporto Amnesty chiede una verifica del modo in cui i detenuti sono trattati dalle autorità britanniche, americane e irachene. L’associazione per i diritti umani, in particolare, chiede a coloro che esercitano la detenzione in Iraq di assicurare ai carcerati il giusto processo, un avvocato, una Corte imparziale, e di indagare su qualsiasi accusa di abuso. “Da Abu Ghraib, la forza multinazionale, gli Stati Uniti in particolare, hanno promesso di applicare la tutela giuridica – ha dichiarato il portavoce di Amnesty Nicole Choueiry – ma la mancanza di tutele legali sono ancora un ostacolo che impedisce ai detenuti di far rispettare i loro diritti umani”. Secondo il rapporto, che cita un sito militare Usa con dati aggiornati a novembre, il numero dei detenuti incarcerati nelle prigioni della coalizione in Iraq sono 14mila. L’anno scorso l’esercito americano annunciò di voler investire 50 milioni di dollari per ampliare la capacità delle prigioni fino a 16mila persone.


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