Welfare
Detenuti raccolgono fondi per donne vittime di abusi
Nel carcere di Bolllate 16 reclusi coltivano piante aromatiche e donano il ricavato della vendita all'associazione Telefono Rosa. "Presto coinvolti anche alcuni sex offenders", spiega il vicedirettore dell'Amministrazione penitenziaria
Sono 16, ma saranno sempre di più, e soprattutto, “coinvolgeranno anche i sex offenders, i detenuti per reati a fondo sessuale”: stiamo parlando del gruppo di coltivatori reclusi del carcere di Bollate che hanno dato vita al progetto Demetra, con il quale producono piante aromatiche, le trapiantano in vasi e le mettono in vendita, destinando il ricavato alle vittime di abusi seguite dall’associazione Telefono Rosa.
“In Italia è la prima esperienza di questo tipo”, sottolinea Luigi Pagano, vicedirettore del Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, “accade che vittime e autori di reato si incontrino nel tempo e trovino il modo per riconciliarsi, ma un progetto voluto dai detenuti proprio per aiutare chi ha subito violenze è una novità assoluta”.
Il carcere di Bollate, tra l’altro, “è l’unico in cui i sex offenders non sono separati dal resto dei detenuti, cosa che ritengo giusta per la loro possibilità di pentimento e, nel tempo, di reinserimento sociale”, continua Pagano. Il progetto Demetra è stato lanciato ufficialmente il 23 ottobre 2013 alla presenza del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. “E’ un’azione che aiuta la vittima, che spesso non può perdonare chi ha abusato di lei, almeno a recuperare la fiducia nel prossimo e nella società”, ha indicato Cancellieri. L’istituto di pena di Bollate contiene oggi 1150 detenti, tra i quali 380 autori di reati sessuali, alcuni dei quali prossimi ad aderire all’inedita ma virtuosa iniziativa.
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