Welfare

Detenuti e lavoro: il bilancio dei primi sei mesi

Presentati a Milano i dati del progetto, primo del suo genere in Italia, che trova lavoro a detenuti ed ex

di Antonietta Nembri

Hanno affidato ai numeri il primo bilancio dei sei mesi di attuazione di ?Cercare Lavoro?, associazione temporanea di scopo per l?orientamento, la formazione e l?inserimento lavorativo di detenuti ed ex carcerati. Ed eccole le cifre che descrivono l’attivà realizzata: 222 percorsi di orientamento al lavoro. 50 attività lavorative realizzate all?interno degli istituti di pena, 25 avviamenti al lavoro fuori dalle mura del carcere, quattordici posti di lavoro già disponibili e ancora da assegnare. Il progetto, primo del suo genere in Italia e finanziato per il primo anno con 250mila euro dalla Provincia di Milano (l’assessore provinciale al lavoro ha preso inoltre un impegno per rifinanziare il progetto fino al 2004), raggruppa cinque realtà del privato sociale lombardo: Agenzia di solidarietà per il lavoro, Consorzio ?Nova Spes?, Consorzio ?Sis?, Consorzio ?Lavorint? e Consorzio ?Cascina Sofia?. L?assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Cosma Gravina ha sottolineato la rilevanza educativa, sociale e culturale dell?iniziativa, il cui intento è ?aiutare il detenuto a trasformarsi da assistito a vita a risorsa per la società. La vera opera di rieducazione sociale non può che partire dall?apprendimento di un lavoro. Fermo restando, ovviamente, che queste misure formative non devono e non possono in nessun modo modificare i termini di carcerazione previsti dalla legge?. Per dare l?esempio, la Provincia ha esternalizzato i servizi di protocollo a una cooperativa che dà lavoro a 11 detenuti. Un altro dato da sottolineare riguarda il fatto che se un detenuto riesce a trovare un lavoro entro un anno da quando viene scarcerato la possibilità che commetta un nuovo reato diminuisce del 60 per cento. ?Il progetto ? ha commentato Rebuzzini, presidente legale del progetto ? rappresenta un esempio positivo di collaborazione tra ente pubblico e privato sociale. Il detenuto che esce dal carcere non ha nessuna idea di come sia cambiato il mercato del lavoro. Gli sportelli attivi nelle carceri di Opera, Bollate, Monza e San Vittore aiutano i detenuti a mantenere un contatto con il mondo esterno?. Gli sportelli ubicati nelle carceri, più quello esterno, raccolgono i profili professionali, orientano e accompagnano detenuti ed ex nella formazione e nell?inserimento lavorativo. Interessante notare che gli sportelli all’interno delle quattro carceri in provincia di Milano sono gestiti direttamente dai detenuti. ?Il vero problema con i datori di lavoro?, ha spiegato Licia Roselli, direttrice del progetto, ?è l?inizio del rapporto. Di solito i detenuti sono visti con diffidenza e quindi bisogna organizzare incontri preventivi. Dopo il primo contatto, i problemi diminuiscono?. Ad oggi i detenuti reclusi negli Istituti milanesi sono 3.400, cui se ne aggiungono 700 del carcere di Monza.


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