Non profit
Detax, clima, cibo per tutti. I sogni nel cassetto del G8
Lo sherpa italiano anticipa i temi che verranno discussi
Intervista a Giampiero Massolo, il diplomatico che ha
la delega per preparare il vertice. «La crisi insegna che
non si può pensare e decidere in pochi…» Sulle montagne nepalesi gli sherpa sono guide e portatori di alta quota. Nei cosiddetti otto Paesi più industrializzati del mondo si chiamano così i diplomatici di alto rango che preparano i vertici del G8, che quest’anno si terrà a L’Aquila dall’8 al 10 luglio. Sul tavolo dello sherpa italiano Giampiero Massolo in questi giorni ci sono la detax, gli accordi sul clima e il piano per la sicurezza alimentare da lanciare durante la terza giornata del vertice, quella allargata anche ai Paesi africani.
Vita: Al vertice di L’Aquila parteciperanno l’India e la Cina, alcuni Paesi africani ma anche la Corea del Sud, l’Australia e la Turchia. È un G8 che non è più G8?
Giampiero Massolo: Il G8 è un formato utile per promuovere i rapporti fra leader di Paesi-guida, ma come la crisi ci ha ampiamente dimostrato, se non si struttura e non si rende stabile il rapporto con le economie emergenti il G8 da solo può non bastare più a fornire delle risposte efficaci.
Vita: Un vertice inclusivo?
Massolo: Sì, è questa la definizione che è stata data. Partendo da un nucleo centrale si siederanno attorno al tavolo nuovi interlocutori a seconda dei temi trattati.
Vita: Si parlerà anche di Africa. Nuove promesse di aiuto a questo continente?
Massolo: La terza giornata sarà incentrata sull’Africa e sugli effetti della crisi economica sui Paesi più poveri. Ci si occuperà di vari argomenti fra cui la biodiversità, la pirateria, il traffico di droga e in generale dei temi relativi alla stabilità di questo continente. Verrà lanciato il piano per la sicurezza alimentare, la Global partnership for food security. Gli Stati del G8 si impegneranno a sostenerlo e gli sherpa stanno mettendo a punto un nuovo meccanismo finanziario per trovare le risorse economiche.
Vita: A proposito di meccanismi finanziari, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti ha detto che verrà riproposta la detax, ovvero la possibilità di destinare parte dell’Iva all’aiuto allo sviluppo. Verrà lanciata al G8?
Massolo: Lo auspichiamo. Si sono fatti vari tentativi in passato per mettere in opera meccanismi di detax, che non sono andati a buon fine. Ora ne stiamo parlando anche a livello internazionale.
Vita: Significa che l’Italia si farà promotrice di quest’idea presso gli altri Paesi del G8?
Massolo: Sì, è così. Stiamo cercando di far passare il principio a livello internazionale, anche se non è facile perché le opinioni sulla sua fattibilità sono discordanti.
Vita: L’immigrazione è un tema caldo. Se ne parlerà al vertice?
Massolo: I G8 strutturano a lungo le loro agende, e spesso poi vi fa irruzione il tema del giorno. Quelli immigratori non sono temi tradizionali del G8 e tendono ad essere affrontati attraverso accordi bilaterali fra Paesi europei o con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Certo sarà difficile per i leader non parlarne se l’attualità sarà pressante e se il problema non sarà stato trattato in modo soddisfacente dal Consiglio europeo che si svolge prima del vertice.
Vita: Di cooperazione internazionale si parlerà l’11 e 12 giugno durante la riunione ministeriale per lo sviluppo, che si terrà a Roma in preparazione al G8. Ci saranno novità?
Massolo: Non ci sarà una rivoluzione in termine di nuovi impegni ma la riaffermazione che, malgrado la crisi, i Paesi del G8 faranno di tutto per mantenere quelli già presi. A questo G8 vorremmo lanciare anche un nuovo meccanismo di monitoraggio, che permetta di vedere a che punto si è con gli obiettivi di aiuto allo sviluppo che il G8 si è prefissati: sinora infatti esistono solo monitoraggi privati, come il rapporto annuale sugli impegni del G8 dell’università di Toronto. C’è inoltre una coscienza diffusa che è il momento di dare dello sviluppo un concetto più ampio. Cooperazione non significa solo dare aiuti ma mettere sul tavolo nuove politiche. Si sono moltiplicati anche gli attori: non ci sono più solo i governi ma anche le ong, i filantropi, le fondazioni private.
Vita: Un aiuto pubblico allo sviluppo da cui sta sparendo la “p” di pubblico, come denunciano le ong?
Massolo: Oggi non si può prescindere dalla partnership fra pubblico e privato. L’idea è quella di mobilitare diversi strumenti e soggetti per aiutare in modo finalizzato e coerente i Paesi in via di sviluppo.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.