Politica

Destra sociale, mano tesa a Comunione e liberazione

«Non rinunceremo alle nostre identità», spiega il sottosegretario. Ma aggiunge: «Cl è un mondo che ci interessa conoscere da vicino»

di Redazione

Sono quelli del “compagno” Fini. Associazioni, fondazioni, pensatoi che hanno accompagnato il presidente della Camera, preparando quelle posizioni (ad esempio sul fenomeno migratorio) ed elaborando quelle riflessioni (sul ruolo dello Stato centrale, ad esempio) che hanno spinto taluni a collocare l’ex segretario di An più a sinistra del Pd. Una provocazione, non c’è dubbio. Che però fa emergere le distanze con la Lega e Forza Italia. Cosa succederà con la nascita del Pdl? Questa galassia sociale troverà il suo spazio? «È già nell’azione del governo, molto attento all’economia sociale di mercato e alla giusta propensione della società italiana alla solidarietà. Quanto alle esperienze, le portiamo nel Pdl: non abbiamo alcuna intenzione di rinunciarvi», assicura Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo economico e segretario di quel think tank che è la Fondazione Fare futuro, presieduta da Fini, «il nuovo partito non può essere la sommatoria delle identità del passato: dovrà essere capace di elaborare una nuova identità aperta ai contributi della società, inclusiva ed evolutiva, cioè in movimento». Alla nuova formazione il compito dunque di valorizzare questa vitalità associazionistica. Un passaggio auspicabile, ma non scontato. E per rendersene conto basta aprire l’home page dell’associazione ambientalista Fare verde: «Nucleare? Non serve, grazie» c’è scritto. Analogamente sul magazine di Fare futuro si leggono analisi sulla salute degli immigrati come interesse collettivo. «È feconda dialettica interna», commenta Urso, «ce ne sarà ancor di più nel Pdl. È chiaro che dobbiamo puntare alla convivenza di popoli, culture, civiltà e religioni. Sul nucleare, invece, io la penso diversamente, è una energia rispettosa dell’ambiente, più del solare e dell’eolico: non c’è inquinamento visivo. Ci sono ambienti, anche a destra, che hanno una visione corta. Noi invece vogliamo avere una prospettiva lunga».
Il tema vero quindi è una modalità di pensare la politica. Avvalendosi dei contributi che arrivano anche dal basso o relegando le decisioni al cda del partito azienda. Del resto l’associazionismo della destra sociale, che darà il suo contributo al Pdl, dovrà pure confrontarsi con la Lega, da sempre molto attenta al territorio. «Abbiamo soprattutto un altro mondo con cui lavorare: le associazioni cattoliche, il mondo associativo che viene dall’esperienza di Cl», aggiunge Urso, «per quanto riguarda la Lega, non dobbiamo pensare di competere né di contrapporci. E sul territorio, dobbiamo agire su tre livelli: le fondazioni per l’elaborazione culturale, i circoli per aggregare la società civile e i militanti. Infine, le associazioni, che sono la forza vera della società italiana».


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