Mondo
Deputati interpellano Gentiloni sulla posizione dell’Italia al Summit UE-Africa di La Valletta
In seguito alle rivelazioni di Vita.it sulle tensioni che circondano il Summit UE-Africa sulle migrazioni in programma l’11 e il 12 novembre a La Valletta (Malta), 30 deputati italiani chiedono su iniziativa di Lia Quartapelle (PD) di interpellare il ministro degli Esteri per capire la posizione dell’Italia al Vertice.
Su iniziativa di Lia Quartapelle, deputata del PD e segretario della Commissione Esteri presso la Camera dei deputati, 30 parlamentari della maggioranza hanno depositato in urgenza un’interpellanza parlamentare rivolta al governo e al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, per conoscere la posizione dell’Italia sul Summit UE-Africa che si terrà a Malta l’11 e il 12 novembre. A La Valletta sono attesi capi di stato e di governo di 28 Stati membri UE e di 35 paesi africani, rappresentanti dell’Unione Africana, della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).
L’interpellanza parlamentare, che verrà discussa venerdì alla Camera dei deputati, fa seguito alle rivelazioni di Vita.it sulle numerose tensioni che circondano il Vertice di La Valletta. Nella sua inchiesta, Vita.it aveva rivelato in anteprima la bozza d’accordo tra l’Unione Europea e i partners africani che prevede un Piano d’Azione in cinque punti con l’obiettivo di combattere il traffico illegale e la tratta dei migranti, migliorare la cooperazione in tema di rimpatri e riammissioni dei migranti irregolari nei paesi africani di origine; promuovere vie di migrazione legali e la mobilità; proteggere i migranti e i richiedenti di asilo e affrontare il problema alla radice sostenendo ogni iniziativa a favore della pace, della stabilità e dello sviluppo sostenibile sul continente africano. Al di là delle posizioni comuni di facciata, fonti raccolte da Vita.it avevano espresso molte perplessità riguardo il dialogo instauratosi tra partners europei ed africani alla vigilia del Summit. Un alto rappresentante dell’Unione africana che segue da vicino il dossier, ha accusato l’UE di portare avanti “un monologo”, anziché un dialogo.
Inquietudine sull'insoddisfazione dei partners africani
L'interpellanza parlamentare è una domanda per iscritto che uno o più parlamentari rivolgono al Governo per conoscere le ragioni o le intenzioni della politica governativa su questioni rilevanti e di interesse generale. Riguardo il Summit di La Valletta, i 30 parlamentari interpellano Gentiloni sulla crescente “insoddisfazione da parte dell’Unione Africana relativamente agli accordi finora raggiunti; in particolare sembrerebbe che alcuni Stati membri europei, come l’Austria, la Polonia o la Lituania vorrebbero condizionare gli aiuti allo sviluppo ad uno sforzo reale dei governi africani per accogliere i migranti illegali rimpatriati dall’UE nei loro paesi di origine, secondo la logica del “more for more, less for less”, che in questo caso si tradurrebbe in una richiesta di maggiori sforzi sui rimpatri e meno aiuti se questi sforzi non vengano realizzati”.
“Oltre agli interventi volti alla limitazione dei flussi migratori irregolari dall'Africa all'Europa e alla distribuzione dei migranti aventi status di rifugiati tra i diversi Paesi dell'Unione europea, interventi già posti in essere dalla stessa Unione europea grazie alle pressioni del Governo italiano, occorre cominciare a lavorare in modo organico ad una politica finalizzata al miglioramento strutturale delle condizioni di vita nei Paesi dai quali hanno origine i flussi stessi”, sottolineano i deputati. Il Summit di La Valletta sarà un’occasione importante per “attuare l’impegno assunto dal Governo di elaborare e attuare una strategia specificatamente volta allo sviluppo e al co-sviluppo dei Paesi africani, da condividere con l’Unione europea e con i partner europei, volta anche a ridurre l'impatto strutturale dei fenomeni migratori dal continente africano verso l'Europa”.
Sul Fondo fiduciario UE di emergenza per l'Africa, l'Italia che cosa fa?
A Malta, l’UE presdenterà ai partners africani il fondo fiduciario di emergenza dell'UE (EU Emergency Trust Africa Fund) per la stabilità e per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e degli sfollati in Africa. Se paesi come la Spagna si sono già impegnati a sostenere questo fondo, poco o nulla si sa delle intenzioni del governo italiano rispetto ad uno strumento la cui implementazione e gli obiettivi destano tra l’altro molte perplessità tra le ONG. A ricordarlo è il testo dell’interpellanza parlamentare promossa dalla Quartapelle, nel quale si sottolinea che “vi è chi teme che non sarà effettivamente usato per progetti di sviluppo, ma piuttosto per la sicurezza delle frontiere e per il contenimento della mobilità delle persone”.
Per tutti questi motivi, i 30 parlamentari all’origine dell’interpellanza chiedono a Gentiloni “quale è la posizione dell’Italia al vertice di La Valletta in merito all’impostazione emergente che condiziona gli aiuti internazionali, veicolati attraverso il EU Emergency Trust Fund, a una più stringente collaborazione dei paesi partner in tema di rimpatri (“more for more, less for less”), a quanto ammonterà il contributo italiano allo stesso fondo fiduciario e se risulterà addizionale rispetto all’aiuto pubblico allo sviluppo”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.