Non profit
Depressione, la terapia esce dall’ospedale
Intervento innovativo ideato da una onlus
di Redazione
Chi soffre di depressione, ansia e disturbi dell’umore spesso e volentieri guarda i medici con sospetto, a volte perfino con forte avversione. «È stata proprio la constatazione di questo disagio la molla che nel 2004 ci ha spinto a diventare un punto di riferimento “altro” e diverso per tutte le persone affette dai vari disturbi psichici, prima attraverso l’assistenza telefonica e poi istituendo gruppi di auto aiuto», afferma Anna Giuliano, presidente dell’associazione Insieme con Te onlus. «I nostri volontari si prodigano per dare un appoggio morale e amicale ai malati facendo loro capire l’importanza delle cure senza mai però entrarne nel merito, ma semplicemente favorendo un processo di responsabilizzazione e di consapevolezza e incoraggiando ad adottare stili di vita adatti per vivere una vita il più possibile normale».
Un approccio di questo tipo, attento alla persona, ben lontano dal volersi sostituire al sapere medico-scientifico e alle cure cliniche, non può che essere di grande aiuto anche per il personale medico che trova così dei validi compagni di viaggio lungo la difficile strada che porta alla guarigione dei pazienti.
A Roma c’è chi l’ha capito e non si è fatto sfuggire l’opportunità di avviare una collaborazione con l’associazione: è il caso dell’ospedale S. Andrea e, in particolare, del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, che ha avviato una vera e propria convenzione con la onlus. Qui il personale medico, abbandonando la paura ingiustificata di una “appropriazione indebita” del proprio sapere da parte di altri soggetti, ha aperto le porte alla sanità condivisa.
«Non ci limitiamo infatti alla visita periodica dei volontari ai pazienti in ospedale, ma partecipiamo anche alle riunioni dell’équipe medica sui casi seguiti per cercare di arginare l’annoso problema della “porta girevole”», commenta la presidente. Di che si tratta? «Chiamiamo così il fenomeno che vede rientrare in ospedale i pazienti dimessi perché ricaduti nella malattia». Per contrastarlo, il personale medico indica all’associazione i casi sui quali è possibile continuare ad agire al di fuori dell’ospedale attraverso i gruppi di auto aiuto.
I risultati sono stati più che positivi. Nell’arco di un anno, su 150 pazienti al S. Andrea, tutti hanno beneficiato del sostegno dei volontari durante il ricovero; dopo la dimissione, 70 persone hanno avuto contatti con l’associazione e 32 sono state inserite nei gruppi di auto aiuto, mentre 38 che abitavano fuori Roma sono stati seguite telefonicamente anche ogni giorno. Il tutto viene fatto grazie all’impegno di volontari motivati e adeguatamente preparati e selezionati. Finora sono stati realizzati due corsi per circa 70 potenziali volontari e a settembre ne parte un terzo. Dopo le lezioni teoriche è previsto un tirocinio formativo e alla fine un esame che “promuove” solo 8 volontari per volta.
Insieme con Te offre i suoi servizi in totale gratuità: c’è soltanto il rimborso, da parte dell’ospedale, delle spese di trasporto per partecipare alle riunioni di reparto. Per il resto vive di autofinanziamento, senza alcun contributo economico delle istituzioni. «Un minimo di sostegno da parte loro», dice la presidente, «ci farebbe ottenere molto di più».
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