Welfare

Denuncia dell’Mfd troppe città “indifese”

Denuncia del Movimento federativo democratico

di Redazione

Un atto di diffida contro l?amministrazione provinciale di Taranto per la mancata elezione del difensore civico.
È uno dei trenta procedimenti civili patrocinati dal Movimento federativo democratico nell?ambito del progetto pilota ?Giustizia per i diritti?, recentemente presentato a Roma. Iniziativa voluta da Mfd per semplificare i percorsi, spesso tortuosi e complicati, della giustizia.
Il caso del difensore civico della provincia di Taranto è emblematico della limitata applicazione nel nostro Paese di tutti gli istituti di tutela dei cittadini. Come previsto dalla legge 142/1990, l?amministrazione pugliese ha inserito l?istituzione del difensore civico nello statuto provinciale, entrato in vigore nel gennaio 1992.
Con delibera n. 24 del 7 marzo1995, il Consiglio provinciale ha anche approvato il regolamento per l?esercizio delle funzioni del difensore. Ma da allora, nonostante le sollecitazioni dello stesso Mfd e di altre associazioni locali, non si è mai provveduto a eleggere il difensore civico.
Sono in realtà molte le difficoltà che questo istituto incontra per una sua piena applicazione sul territorio italiano. Vuoi per le scarse radici che questa figura ha nella cultura giuridica del nostro Paese, vuoi per la poca volontà politica delle amministrazioni che mal vedono un controllore in casa propria.
Ne è dimostrazione lo stesso difensore civico regionale che pure ha maggiori tradizioni nell?esperienza italiana. Secondo alcuni dati dello scorso anno, sono solo sedici le Regioni dove è operativo, soprattutto nel Nord Italia; al Sud solo la Basilicata si è attrezzata. Se in Campania e Puglia il difensore esiste solo sulla carta, nelle altre Regioni del Sud ci si è completamente dimenticati di questa figura.
Ben più pesante la situazione negli altri livelli di amministrazioni: solo 13 Province e 103 Comuni hanno finora risposto all?appello.

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