Welfare

Dentro/Fuori/ Nessun permesso per la nascita dei figli

Sul giornale della Casa circondariale di Udine, Voce nel silenzio,parla Cris, un detenuto che ha perso per sempre il momento straordinario della nascita della figlia

di Ornella Favero

La nascita di un figlio è considerato un evento troppo felice per pensare che un detenuto possa godere di questa gioia, e infatti l?ordinamento penitenziario all?articolo 30 prevede permessi, per chi non è nei termini per ottenere i benefici penitenziari, solo nei casi di «imminente pericolo di vita» o per «eventi familiari di particolare gravità». Se si è parenti di un detenuto, bisogna morire per vedere il proprio caro per qualche ora, nascere non basta, e lo racconta bene, sul giornale della Casa circondariale di Udine, Voce nel silenzio, Cris, un detenuto che ha perso per sempre il momento straordinario della nascita della figlia: «Sono diventato papà di una bellissima bambina di nome Sara. Tutto è andato bene, solo io non ero presente nel giorno più bello della mia vita. Ora mi chiedo: perché non c?è una legge che permetta l?uscita dal carcere in questi momenti di gioia? Nella vita una persona può sbagliare, quanti lo fanno! Avevo chiesto di andare all?ospedale con la scorta o con un assistente volontario, premetto che mi trovo in carcere per motivi finanziari e non sono socialmente pericoloso. La legge me lo ha negato. In un certo senso quel momento è stato il più brutto della mia vita, pieno di paure e di angosce: la paura di non poterla vedere, la paura di perderla, la paura che qualche cosa andasse male».

Qui Londra
Negli istituti penali per minori della Gran Bretagna i ragazzi ?difficili? sono spesso trattati con brutalità: è quanto sostiene un rapporto redatto da una commissione guidata da Lord Carlile, che ha avviato un?indagine dopo che un quindicenne, Gareth Myatt, è morto nel 2004 in una prigione a Rugby, gestita da privati, per sospetti maltrattamenti. È risultato che nell?arco di 21 mesi metodi violenti sono stati usati contro i giovani detenuti in Inghilterra e Galles oltre 15mila volte. Sarebbe interessante sapere quanti di questi minori sono figli di detenuti, e quindi praticamente condannati da una infanzia problematica.

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