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Democrazia sul web non solo per votare

Lo sviluppo tecnologico apre a nuove forme di partecipazione?

di Redazione

Chi, fra i candidati alla Casa Bianca, sosterrà di più le organizzazioni non profit? Risultato: Al Gore 2296 voti, George W. Bush 281. È quanto dice un sondaggio promosso on line da Zworkz (www. zworkz.com), super sito non profit americano, da quando è cominciata la campagna elettorale negli Stati Uniti. E sempre negli Usa gli elettori dell?Arizona hanno avuto la possibilità di votare on line per le primarie, mentre nell?università di Osnabrueck, nel febbraio scorso, si sono tenute elezioni studentesche via Internet e in Italia, sul sito istituzionale di Palazzo Chigi si propone già un servizio (www.palazzochigi.it/approfondimenti/sito_sondaggi/index2.html) per valutare on line l?appeal dei partiti. Ma siamo sicuri che per valutare il tasso di democraticità delle nuove tecnologie il parametro da utilizzare sia solo in rapporto a elezioni e partiti? Non è che per caso fra liberaldemocratici e socialdemocratici ciò che manca è il secondo termine della definizione: democrazia? E se, come diceva qualche guru dell?era digitale, lo strumento è già ideologia, Internet è ideologicamente democratica? Lo abbiamo chiesto a due grandi organizzazioni italiane. «Democraticità è aumentare i flussi informativi per il maggior numero possibile di persone, aumentare l?interscambio», ci conferma Lanfranco Norcini Pala, responsabile comunicazione delle Acli (www.arci.it): «Non so fino a che punto l?ideologia di Internet sia propriamente partecipativa. La democrazia senza conoscenza preventiva, senza una cultura che ti dia la possibilità di scegliere, di selezionare non è completa. E nell?euforia generale non mi pare ci sia molta attenzione a questo». Una cosa è certa: Internet è uno strumento il cui accesso è ancora fortemente limitato e spesso parziale, ma anch?esso, in quanto strumento, ha dei limiti e può essere solo complementare, non sostitutivo di molte azioni. Uno dei suoi punti di forza è certamente quello di essere un enorme archivio a cielo aperto, consultabile 24 ore su 24. Perché, allora, non sfruttarlo per aumentare, se non la partecipazione diretta, la trasparenza delle proprie organizzazioni? Mettendo on line, per esempio, progetti, statuti, regolamenti, ma anche bilancio e quant?altro possa alleggerire la burocrazia e talvolta l?opacità cui sono costrette le organizzazioni. Loro malgrado.


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