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Della serie “Sono pazzi questi tedeschi”

Complice l'agosto, sui giornali tedeschi è riscoppiata la polemica a proposito della nuova riforma ortografica del tedesco

di Maramao

Una controversa faccenduola linguistico-sociale si trascina ormai da molti anni per l?Europa. Come un fantasma. Sembra però sia giunta ad una soluzione. Il buon Gerhard Schroeder, il cancelliere tedesco, non puo’ piu’ tirarsi indietro infatti: “La lingua tedesca va cambiata, ed io la cambiero’!” ha tuonato nei giorni scorsi. Gia’, perche’ la Germania, a breve (si fa per dire, si parla del 2005…), dovra’ retificare la famosa riforma ortografica messa a punto da illustrissimi docenti, prelati e tecnici a partire dal 1998. Riforma voluta e decisa dal Governo per “allineare” il modo di scrivere le parole in tedesco ai tempi che corrono. I detrattori di tale riforma intanto – fra cui i due maggiori editori tedeschi Springer e Spiegel, oltre all’imperitura FAZ ?Frankfurter Allgemeine Zeitung? – dicono che no, codesta riforma non s’ha da fare, e preannunciano che non seguiranno le nuove norme sui propri giornali e nei propri libri. Per chi, come la FAZ, scrive ancora il proprio nome con i caratteri gotici, e’ certamente comprensibile, come dire: prima di riformare bisogna informarli… che siamo nel 2004. Per i sostenitori invece – fra cui gli svizzeri e gli austriaci che hanno gia’ introdotto parzialmente la riforma – ha preso la parola nientepopo’ di meno che Hans-Ulrich Stöckling, presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell’educazione pubblica (CDEP): “La Svizzera non farà marcia indietro, la riforma ortografica del tedesco s’imporrà” ha detto Stöckling. “Per anni la lingua di Goethe è vissuta nell’ambiguità, la redazione del Duden, il vocabolario ufficiale della lingua tedesca, ha introdotto ogni anno numerose varianti e modifiche”, ha detto il presidente della CDEP che ha poi aggiunto: “ora che finalmente disponiamo di un’opera normativa completa e frutto di numerose discussioni e incontri è impensabile tornare al vecchio metodo”. Impenzabile. In cotanta querelle l’Austria non si pronuncia, anche perche’ – dicono i ben informati – dovesse farlo, basterebbe il suono sibillino dell’accento viennese per dare manforte ai suddetti detrattori: meglio stare zitti, sembra aver suggerito la Germania ai propri fratellini, bitte. Dopo un lungo periodo di collaudo partito nel 1998, la riforma, quindi, dovrebbe entrare definitivamente in vigore con valore vincolante il primo agosto 2005, ma a questo punto la cosa non è più così scontata. E mentre il paese si è letteralmente spaccato tra favorevoli e contrari alla riforma (sic), un gruppo di 70 professori di Germania, Austria e Svizzera hanno proposto ieri un referendum (sic, sic). In Germania tuttavia un’ipotesi del genere sarebbe difficile da realizzare dal momento che la costituzione non prevede la possibilità di un referendum su scala nazionale (sic, sic, sic). Sulla questione pero’ non poteva mancare lo zampino degli italiani. L’Agi, agenzia di informazione nazionale, in un recente lancio, confonde le carte in tavola e semina il panico. Scrive infatti “I puristi pero’ gradiscono le novita’ tra cui la trasformazione della doppia esse o ‘esse acuta’, che si scrive quasi come ‘beta’ in greco, in esse semplice: ‘strasse’ (strada) diventera’ ‘strase’.” No, no, no! Si sono affrettati a dire alcuni: la riforma infatti non prevede la trasformazione a una ?s?, bensì dalla esse acuta alle due esse, da Straße a Strasse. Journalisten sind aber doof! Controversa invece la Decisione di eliminare il Maiuscolo per i Sostantivi (una Panzana propagandistica dicono alcuni), o ancora, continua l’agenzia: “gli italianissimi ‘spaghetti’ dovrebbero essere scritti senza l’acca”. E già alcuni avrebbero risposto alla surrettizia provocazione teutonica con un italianissimo “e allora noi scriviamo cazzate con la K, tanto per ricordarci quanto siete Koglioni!”. Ma al di la’ delle bagarre da seconda guerra mondiale, la nuova ortografia sembra intenda condividere gli strali del Fondo monetario mondiale e voler quindi liberalizzare persino l’uso delle virgole. Quello che è certo invece sarà la separazione delle parole composte, evitando così che i tedeschi possano terrorizzare il genere umano con i propri concettipanzer da una riga e più. Quando hanno appreso la notizia, anche gli studenti di filosofia di Melbourne sembra abbiano tirato un sospiro di sollievo. Certo che è proprio dura la vita per una lingua che lo scrittore viennese Thomas Bernhard ebbe a paragonare a “un figlio venuto su a forza di bastonate”. Della serie sono pazzi questi tedeschi, ma anche gli austriaci non scherzano!


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