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Delitti contro gli animali, la riforma delude gli animalisti

Dopo l’approvazione alla Camera del testo di modifica del codice penale, la presidente di Save the Dogs, Sara Turetta parla di «piccolissimi passi avanti», la Lav spera che la seconda lettura al Senato porti a dei miglioramenti puntando a pene più severe e dissuasive verso chi maltratta e tortura. Dimenticati gli animali selvatici

di Antonietta Nembri

Gli animalisti avevano davvero sperato che la proposta di legge “Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” avrebbe fatto davvero la differenza.

Restano criticità

Ma, dopo l’approvazione in prima lettura da parte della Camera dei Deputati (con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione di centrosinistra e 5stelle) realtà come Lav osservano come «il Testo che approderà al Senato, seppur a fronte di alcune modifiche positive, presenta delle criticità».

L’unica cosa positiva, sottolineata dalle associazioni animaliste, è che il capitolo dedicato del Codice penale non si intitolerà più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” ma più correttamente “Dei delitti contro gli animali”.

La Romania ha pene più severe

La presidente di Save the Dogs, Sara Turetta osserva che si sono fatti «piccolissimi passi in avanti», ma che per esempio «i quattro anni previsti per chi tortura a morte un animale non è una vittoria». Turetta è Cernavoda dove la fondazione gestisce un rifugio per animali «Qui in Romania le pene sono più pesanti, anche a livello pecuniario c’è maggiore severità. C’è il riconoscimento che chi commette questi atti di maltrattamento, tortura e uccisione sono persone socialmente pericolose». 

Insomma per Turetta il testo approvato alla Camera è una «vittoria molta parziale» rispetto alle aspettative generate quando si annunciò la riforma della normativa vigente promettendo pene più dure ed efficaci. 

Da parte sua la Lav sottolinea alcune mancanze del testo approvato, come il fatto che «l’Aula ha bocciato anche alcune circostanze aggravanti che avrebbero consentito di punire con pene più alte fatti di particolare allarme sociale come l’uccisione di animali dei conviventi o con l’uso di armi da fuoco, nonché della possibilità di punire chi uccide e maltrattata animali per negligenza o trascuratezza o anche chi si macchi del furto di animali d’affezione».


Punti deboli

Nella sua analisi del testo licenziato dalla Camera la Lega anti vivisezione scrive che l’articolo sulla detenzione a catena costituisce «un vero e proprio regresso nella tutela giuridica degli animali del tutto non in linea con altre fonti normative vigenti (come, ad esempio, le Leggi regionali di Calabria, Campania, Marche e Umbria) che già ne prevedono un divieto tout court, senza eccezioni».

Altri punti deboli riguardano la mancanza di misure concrete per il controllo e la prevenzione dei reati contro gli animali, come l’estensione dell’attività delle Guardie zoofile – oggi limitata a cani e gatti – a tutte le categorie animali e l’uso di agenti sotto copertura per combattere i traffici illeciti.

Nonostante questi forti limiti, l’associazione segnala anche importanti novità positive. Ad esempio, è previsto che gli animali sequestrati possano essere affidati definitivamente ad associazioni animaliste o privati cittadini prima della conclusione del processo. Inoltre, viene introdotto un divieto di uccisione o vendita degli animali coinvolti in indagini penali.

Inoltre, le misure di prevenzione previste dalla normativa antimafia potranno rappresentare uno strumento per contrastare il fenomeno delle corse clandestine, dei combattimenti tra animali e del traffico di cuccioli.

Gli animalisti si appellano al Senato

«Ci auguriamo che il Senato abbia i numeri e il coraggio che sono mancati alla Camera per apportare i necessari interventi correttivi e assicurare norme più efficaci per reprimere i crimini contro gli animali» come richiesto a gran voce dall’opinione pubblica, della quale sono testimonianza anche le oltre 153mila persone che hanno firmato la petizione lanciata da Lav.

In una nota congiunta di Enpa, Legambiente, Leal, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa e Wwf Italia, le organizzazioni si appellano ai senatori perché «recuperino e rafforzino le parti espunte dalla proposta di legge relative alle misure mirate a tutelare gli animali selvatici, la cui approvazione avrebbe peraltro consentito di dare attuazione a molte parti della nuova Direttiva europea 2024/1203 sulla tutela penale dell’ambiente che impone sanzioni efficaci proporzionate e dissuasive per il contrasto dei crimini a danno della fauna selvatica, a partire dalla previsione di un minimo di 3 anni di reclusione per bracconieri e trafficanti»

In apertura photo by Anoir Chafik on Unsplash

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