Politica
Delega povertà, il Senato avvia subito l’esame
Approvato nel pomeriggio senza modifiche il testo già licenziato dalla Camera, la delega va subito in Aula per arrivare presto al voto definitivo. In Commissione sono stati approvati diversi ordini del giorno, in vista dei decreti attuativi della delega, che impegnano il Governo ad un graduale ampliamento delle risorse per il contrasto alla povertà, con la realizzazione del Piano pluriennale e l’estensione dei beneficiari. Tempi previsti per i decreti? Massimo un mese
La prima misura nazionale di contrasto alla povertà fa un altro passo avanti. La Commissione Lavoro del Senato ha approvato oggi il testo del disegno di legge delega n. 2494 senza modifiche rispetto a quello già approvato dalla Camera dei deputati. Il testo approderà nell’aula del Senato già domani per il sì definitivo: ulteriori modifiche e il conseguente ulteriore passaggio parlamentare – è stato ribadito nel corso dei lavori – nella fase in cui si trova la legislatura equivarrebbero a bloccare il provvedimento. In sostanza il testo in esame – questa la tesi – pur con i suoi limiti, è in questo momento l'unica misura possibile di contrasto alla povertà: la sottosegretaria Franca Biondelli ha evidenziato anche come la Conferenza delle regioni e delle province autonome solleciti una rapida approvazione del provvedimento, che darebbe una risposta a più di 400.000 famiglie. Per tutto questo la relatrice Annamaria Parente (PD) e la sottosegretaria stessa per il Governo hanno formulano parere contrario su tutti gli emendamenti.
«Con la delega – ha affermato Parente – il governo dovrà riordinare tutte le misure previste per l’assistenza agli indigenti, esclusi gli strumenti a sostegno dei disabili e il comparto pensionistico. Lo scopo è di introdurre finalmente il reddito di inclusione, finalizzato a sostenere le famiglie in povertà assoluta, a partire dai nuclei con bambini. Il provvedimento è finanziato per ora con 1,2 miliardi, ma il fondo sarà alimentato da ogni legge di bilancio e dalle risorse liberate dal riordino. L’obiettivo è aggredire la povertà assoluta, sostenendo le persone e le famiglie nel percorso di rintegrazione».
Sono stati approvati invece diversi ordini del giorno, anche in vista dei decreti attuativi della delega, che mettono nero su bianco innanzitutto l’impegno del Governo ad un graduale ampliamento delle risorse per il contrasto alla povertà, con la realizzazione del Piano pluriennale e l’estensione dei beneficiari. L’odg a prima firma Lepri impegna il Governo a stabilire in modo chiaro, in sede di attuazione del disegno di legge delega, «che la misura nazionale di contrasto della povertà abbia effettivamente carattere di universalità», a prevedere «lo stanziamento delle risorse necessarie al fine di rendere concretamente realizzabili l'incremento graduale del beneficio, la graduale estensione della platea dei beneficiari, nonché lo sviluppo sul territorio di adeguati servizi per l'inclusione, nell'ambito di un Piano nazionale di contrasto alla povertà di durata pluriennale», a «valutare l'opportunità di considerare l'incidenza dei costi dell'abitare nella quantificazione del reddito disponibile» (queste tre richieste riprendono le osservazioni dell’Alleanza contro la povertà). Altri odg impegnano il Governo a «potenziare l'offerta del sistema dei servizi sociali del nostro Paese», favorendo l'aumento del numero dei professionisti che svolgono la loro attività in tale settore, «sostenendo i servizi sociali locali con risorse finanziarie esplicitamente finalizzate allo sviluppo e il rafforzamento delle attività e delle strutture coinvolte nella misura di contrasto alla povertà» piuttosto che «incrementando i trasferimenti a favore degli enti locali e dei Centri per l'impiego, affinché vengano realmente messi in condizione di poter attivare e garantire qualità ed efficacia ai progetti personalizzati per l'inclusione sociale e lavorativa».
Foto Andreas Solaro/Getty Images
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