Politica

Delega assistenziale, il Governo esclude dal riordino le prestazioni legate alla disabilità

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato il disegno di legge delega contenenti misure di contrasto alla povertà e la razionalizzazione delle prestazioni sociali. Nasce una misura nazionale di contrasto alla povertà, riconosciuta come LEP, che affianca un'erogazione monetaria a servizi alla persona. Sarà finanziata anche attraverso il riordino delle prestazioni sociali

di Sara De Carli

Il Consiglio dei ministri del 28 gennaio ha approvato un disegno di legge delega recante norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, collegato alla legge di Stabilità 2016.

Il disegno di legge delega in particolare «introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuata come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, basata sul principio dell’inclusione attiva». Questa misura «è volta a superare la logica di mera assistenza passiva, introducendo il principio della attivazione finalizzata alla inclusione sociale e lavorativa». La misura infatti prevede che per i beneficiari venga steso «un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di servizi alla persona»: non si tratta quindi solo di un’erogazione monetatria. L’intervento sarà finanziato con le risorse disponibili nel Fondo per la lotta alla povertà e all’inclusione sociale previsto dalla legge di Stabilità 2016 e «verrà gradualmente esteso sulla base delle risorse che al Fondo affluiranno in virtù degli interventi di razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali» previste dal collegato stesso.

In cosa consiste la «razionalizza le prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale» di cui parla la delega? Innanzitutto il comunicato stampa di Palazzo Chigi delimita il campo d’azione di questa razionalizzazione alle sole prestazioni «sottoposte alla prova dei mezzi» ed escludendo nero su bianco «quelle legate alla disabilità del soggetto beneficiario». La razionalizzazione delle prestazioni avverrà secondo «il principio di “universalismo selettivo” nell’accesso, secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’ISEE». Allo stesso tempo è previsto un riordino della normativa in materia di interventi e servizi sociali, «al fine di superare la frammentarietà delle misure e degli interventi secondo principi di equità ed efficacia nell’accesso e nell’erogazione delle prestazioni».

Concretamente, il disegno di legge delega prevede:

  • l’istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un organismo nazionale di coordinamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali;
  • l’attribuzione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali delle competenze in materia di verifica e controllo del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni;
  • la promozione di accordi territoriali tra servizi sociali e altri enti o organismi competenti per l’inserimento lavorativo, la salute, l’istruzione e la formazione;
  • il rafforzamento del Sistema informativo dei servizi sociali e, in particolare, del Casellario dell’assistenza.

Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato alcune nomine, in particolare quella di Tommaso Nannicini a a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; di Vincenzo Amendola a Sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; di Teresa Bellanova da Sottosegretario al Ministero del lavoro a Viceministro al Ministero dello sviluppo economico; di Mario Giro da Sottosegretario a Viceministro del Ministero degli affari esteri e della cooperazione; di Enrico Zanetti da Sottosegretario a Viceministro del Ministero dell’economia e delle finanze. Non è stato invece licenziato, contrariamente a quanto annunciato nell'ordine del giorno, il regolamento di riorganizzazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Foto di Sean Gallup/Getty Images

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