Sostenibilità

Delega ambiente, il discusso sì alla deregulation

Il responsabile Unità istituzionale Wwf Italia commenta l'impatto sulla tutela ecologica.

di Benedetta Verrini

Il mondo ambientalista insorge contro la legge delega sull?ambiente, approvata la scorsa settimana al Senato con il voto di fiducia. Alla vigilia di questo passaggio, la stessa presidente del Fai, Giulia Mozzoni Crespi, ha inviato una lettera al Corriere della Sera per esprimere tutta la sua preoccupazione. Un allarme pienamente giustificato, dal momento che il provvedimento “prevede la riscrittura di gran parte della normativa ambientale prodotta negli ultimi vent?anni”, dice Stefano Lenzi, responsabile Unità istituzionale Wwf Italia, che spiega a Vita l?impatto sulla tutela ecologica.

La delega ambientale ha ottenuto il sì di Palazzo Madama (152 voti favorevoli, 116 contrari e due astensioni) in mezzo a pesantissime polemiche: sull?approvazione, infatti, è intervenuto il governo con un maxi emendamento e l?apposizione della fiducia. Il blitz ha suscitato le critiche dell?opposizione (che aveva posto quasi 4mila emendamenti) e del mondo ambientalista, che si era costituito in un coordinamento e stava pazientemente dialogando con la maggioranza per una serie di interventi correttivi e migliorativi. “Ma lo strumento della fiducia ha spazzato via ogni possibilità di dialogo”, riflette Lenzi. “E chiude ogni spiraglio di dialogo anche per il prossimo passaggio alla Camera”.
Le perplessità sul tormentato provvedimento (in discussione in parlamento dall?ottobre 2001) sono, in primo luogo, di ordine procedurale. “è una delega amplissima, che prevede la concessione di ampie deleghe al ministro dell?Ambiente”, spiega Lenzi. “Istituisce una commissione di 24 esperti per modificare gran parte della nostra normativa ambientale. Il disegno di legge è giustificato dalla volontà di ?semplificare? la normativa vigente, in realtà si vuole diminuire la tutela dell?ambiente e del paesaggio, rimettendo in discussione quanto acquisito in Europa e in Italia negli ultimi 30 anni”. Tutto questo, avverte il responsabile Wwf, con l?aggravio che l?attuazione delle norme delegate si concluderà in tempi lunghissimi, circa 3 anni, aprendo una fase di notevole incertezza normativa.
E poi, c?è il fronte dei contenuti. I settori toccati sono: gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati; tutela e gestione delle acque; difesa del suolo e lotta alla desertificazione; gestione delle aree protette; risarcimento del danno ambientale; valutazione d?impatto ambientale (Via) e strategica (Vas); autorizzazione unica integrata (Ippc); tutela dell?aria. “Per alcuni di questi settori, come parchi e caccia, rifiuti e acque, esistevano già leggi quadro. Ed erano il risultato, in alcuni casi, di importanti mediazioni sociali”, prosegue Lenzi. “La domanda, allora, è: perché rimetterci mano? La sensazione è che si voglia fare una vera e propria controriforma di tutta la normativa ambientale, eliminando gran parte dei vincoli e dei controlli esistenti”.
Oltre a questo, a preoccupare gli ambientalisti c?è il Capo II della delega, che contiene norme di ?diretta applicazione?. “Fra queste disposizioni subito applicabili c?è la modifica del decreto Ronchi (dlgs 22/1997) sui rifiuti”, spiega Lenzi. In questo passaggio sono considerate di particolare gravità le norme sull?incenerimento indiscriminato dei rifiuti; sul mercato nazionale e internazionale dei rottami ferrosi e non, da trattare negli impianti siderurgici con il rischio che siano contaminati. E poi, le disposizioni per l?amnistia dei reati paesaggistici e la concessione in sanatoria in aree vincolate quale strumento ordinario e quelle sul mercato delle aree e dei volumi tra privati e Comuni, a titolo di compensazione ambientale, una volta siano subentrati vincoli per la tutela. Il maxi emendamento del governo ha poi introdotto due nuovi organismi: “Una segreteria tecnica di 21 membri per le acque”, illustra Lenzi, “e un Istituto di alti studi ambientali, di 5 membri più altri 15 funzionari, per svolgere attività di ricerca nelle materie ambientali. Viene da chiedersi che tipo di attività restino da svolgere al ministero dell?Ambiente? Oltre allo svuotamento di funzioni degli organismi che già esistono, dall?Apat fino all?Enea”.

Info:
Le modifiche richieste

Già dal 5 marzo scorso, gli ambientalisti avevano proposto un testo differente. Ecco su cosa verteva:
Limiti alla delega – Era stato chiesto di escludere dal ddl il tema acque, oggetto di un recente riordino (dlgs 152/1999); quello della difesa del suolo e quello delle aree protette
Parlamento coinvolto – Si proponeva di limitare l?esclusione del parlamento, chiedendo sui testi unici un parere del Consiglio di Stato, oltre al coinvolgimento delle commissioni Affari costituzionali
Stralci – Era stato richiesto lo stralcio delle norme immediatamente efficaci (Capo II – artt. da 5 a 9), tra cui si segnalavano disposizioni di particolare gravità

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