Dedicato alle schienedritte

di Gianfranco Marocchi

Le schienedritte dei prezzi, più di una volta, li hanno pagati. Per avere compiuto gesti pubblici eclatanti o per silenziosi “no” pronunciati in privato, per non rinnegare un valore, una persona o un pezzo della propria storia.

Le schienedritte sono tanti cooperatori, più o meno anonimi, che la crisi, certo, la sentono, eccome, ma da anni riescono comunque ad andare avanti.

Le schienedritte sono donne e uomini, nel terzo settore e non solo, che proprio non ce la fanno ad omaggiare e compiacere il potente di turno. Non che ogni tanto non ci provino, ma è più forte di loro, non ci riescono e alla prima occasione lo mandano a quel paese.

Le schienedritte qualche volta dicono frasi celebri, tiremm innanz, qualche volta dicono parolacce, specialmente quella, quella che si dice quando si riceve una proposta magari allettante, ma che non deve essere accettata. E chi la fa deve essere mandato proprio lì.

Le schienedritte a tradire un amico proprio non ce la fanno. Non è questione di moralità, anche volessero non gli verrebbe, sono fatte così.

Le schienedritte, ai convegni, dopo il terzo o quarto assessore – presidente – prefetto – monsignore – onorevole, ecc. che porta i saluti senza avere nulla da dire si annoiano; qualche volta sbadigliano, altre volte se ne vanno. Vengono rimproverate.

Le schienedritte, spesso, un po’ di carriera la fanno, perché vengono riconosciute loro grandi capacità, sono stimate per la loro rettitudine, e poi metterli in squadra dà lustro. Oltre a certi livelli, però, di solito non arrivano. Chissà perché.

Le schienedritte molte volte si sentono parte di qualcosa, ma non appartengono a nulla e nessuno.

Le schienedritte commuovono, è questa una delle loro forze. L’altra è che sono capaci a commuoversi. Di solito però sono ingenue, troppo ingenue.

Alle tante schienedritte che per fortuna ci sono in circolazione è dedicato questo blog.

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