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Decreto sanità, il giudizio del Tribunale del malato

"per rimettere in ordine i conti, si continua a scaricare oneri sui cittadini"

di Redazione

?Sembra proprio che in questo paese ci sia un solo modo per rimettere in ordine i conti, scaricare oneri sui cittadini.? Queste le dichiarazioni di Stefano A. Inglese, responsabile delle politiche nazionali del Tribunale per i diritti del malato. ?Il taglio della spesa farmaceutica?, continua Inglese, ?così come si profila nel decreto licenziato oggi dal Governo, almeno dalle anticipazioni a nostra disposizione, annuncia per taluni versi un ritorno al passato. Reintroduzione di una classe di farmaci parzialmente a carico dei cittadini (la vecchia classe B del prontuario, della quale ci eravamo liberati solo con l?ultima finanziaria), riduzione delle multiprescrizioni per ricetta per i malati cronici, rinvio della ulteriore riduzione dei ticket sulla diagnostica prevista per il prossimo anno. La reintroduzione di una classe di farmaci a parziale pagamento per i cittadini non ci lascia per niente tranquilli, soprattutto in relazione alla ipotesi che in essa finiscano per trovare posto i farmaci innovativi, notoriamente più costosi. Così come non ci convince affatto l?inserimento, sia pure a titolo sperimentale, del prezzo di rimborso per classi omogenee, basato sul riferimento ai farmaci a costo inferiore: come dire che si garantiranno ai cittadini solo i farmaci più vecchi, e a costo più basso, e li si obbligherà a pagare veri e propri ticket, che si possono già immaginare consistenti, sui farmaci innovativi. Per il resto ribadiamo che non abbiamo mai amato i tetti per la spesa farmaceutica, reintrodotti nonostante la nostra spesa pubblica relativa sia ancora inferiore a quella di altri paesi europei. Tantomeno ci convincono le misure relative alla distribuzione diretta dei farmaci da parte delle aziende sanitarie. Ci sembrano, queste, modalità per trattare con strumenti vecchi questioni che meriterebbero soluzioni nuove?. ?Ci auguriamo, infine?, ha concluso Inglese, ?che le Regioni mostrino per la riconversione dei posti letto ospedalieri in esubero in favore di strutture per lungodegenti la stessa solerzia che hanno avuto nel sollecitare il Governo ad adottare misure per il taglio della spesa farmaceutica e la reintroduzione dei ticket, evidente o camuffata che sia. E che trovato un accordo sui costi, anche attraverso il tanto atteso rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, si ritorni a parlare finalmente di prestazioni e di assistenza, cioè di quanto interessa poi effettivamente, nella quotidianità, alla gran parte degli italiani?.  


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