Volontariato

Decreto flussi bis, sportelli unici al collasso

Il personale è sottodimensionato, le Poste non hanno trasmesso le domande in modo progressivo, com'era stato programmato, ed è scoppiato il caos.

di Redazione

Non sono solo famiglie, imprese e lavoratori stranieri a subire la paralisi delle domande per i flussi. Il personale negli Sportelli Unici sull’immigrazione, che a quel mezzo milione di richieste dovrebbe dare una risposta, non ce la fa più lavorare in condizioni critiche, con organici sottodimensionati e un’errata organizzazione del lavoro. Impiegati, funzionari e dirigenti del Ministero dell’Interno sono in stato di agitazione. Oggi ci saranno volantinaggi in tutte le Prefetture e uno dei punti caldi della protesta sono proprio le incombenze legate alla gestione dei flussi. I sindacati dei lavoratori pubblici (Fp Cgil, Cisl Fps, Uil Pa, Sinpref) hanno inviato una lettera al ministro dell’Interno Giuliano Amato nella quale, parlando degli Sportelli Unici per l’Immigrazione, denunciano il “permanere di assetti organizzativi assolutamente no confacenti ad una logica di buon andamento dell’attività”. Gli Sportelli, si legge in un documento congiunto , andavano costituiti “con trasparenza sulle responsabilità e adeguate risorse umane”, e invece si è fatto ricorso a “soluzioni improvvisate e pasticciate, che non garantiscono affatto il risultato che si vuole raggiungere”. “Poste non ha garantito il servizio che gli era stato appaltato, perchè invece di trasmetterci le domande in tempi rapidi e progressivamente, in modo da darci la possibilità di lavorarle mano a mano, ha riversato con mesi di ritardo e all’improvviso su Prefetture e Questure 500mila pratiche, tutte insieme e senza alcun ordine” spiega a Stranieriinitalia.it Alfredo Garzi, segretario nazionale Funzione Pubblica Cgil. “Abbiamo chiesto alla nuova amministrazione di poter discutere su come organizzare il lavoro per smaltirle in tempi certi, ma finora non abbiamo ricevuto risposte”. L’ostacolo più grave è la mancanza di personale. “La carenza d’organico è un problema generale del Ministero dell’Interno e quando sono stati istituiti gli Sportelli Unici non c’è stata nessuna variazione del personale: quello già presente si è dovuto accollare lavoro in più” continua il sindacalista. Lavoratori interinali, agenti della Finanza e a Roma anche esperti in immigrazione formati dal Formez stanno dando una mano nella gestione delle pratiche, ma si tratta di “soluzioni tampone”, “provvedimenti che non affrontano complessivamente la situazione”. “Ovviamente vorremmo avere la possibilità di nuove assunzioni ma può anche darsi che alcune situazioni potrebbero esser affrontate semplicemente organizzando meglio il lavoro. Altrimenti le inefficienze si scaricano prevalentemente sui cittadini” conclude Garzi. Venendo a ciò che sta più a cuore al popolo dei flussi: quanto ci vorrà ad evadere le domande? “Fare una previsione è impossibile, noi continuiamo a lavorare, ma sarà davvero complicato andare avanti in queste condizioni”.


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