Non profit

Decolla progetto sud. Funzionerà così

Fondazioni/1. Giuseppe Guzzetti spiega il grande investimento a Mezzogiorno / Ben 84 fondazioni di origine bancaria hanno approvato il piano di investimento

di Francesco Maggio

Basta chiacchiere inutili sul Sud, buoni propositi mai seguiti, coerentemente, da fatti concreti, annunci altisonanti di svolte sempre imminenti ma mai effettuate. Il progetto Fondazione sviluppo Sud promosso dall?Acri nasce da questo presupposto, dalla duplice consapevolezza che anche le fondazioni di origine bancaria devono fare la loro parte nel contribuire a rilanciare il Mezzogiorno.
Ma proprio perché avvertono quanto siano alti i rischi che tutto finisca con un?ennesima cattedrale nel deserto, hanno deciso di ?scendere in campo? senza trascurare il minimo dettaglio. A cominciare dal target su cui puntare e su cui nessuno, colpevolmente, si era finora cimentato mettendo soldi, energie, intelligenza: le infrastrutture sociali.
Il progetto Sud è stato uno dei temi più dibattuti al recente convegno nazionale dell?Acri a Bolzano. E tra i più ?coerenti? alla parola responsabilità, che campeggiava nel titolo dell?assise insieme ad autonomia e sussidiarietà. Già, perché, se non ci fosse stato di mezzo il senso di responsabilità delle fondazioni che, per la maggior parte, si trovano al Centro-Nord, una simile iniziativa non sarebbe mai stata partorita. Non si sarebbero mai sbloccati 320 milioni di euro (di cui 213 di pertinenza delle fondazioni e 107 dei Centri di servizio del volontariato) con i quali dar vita, appunto, a una nuova fondazione cui affluiranno, inoltre, ogni anno, 40 milioni di euro di risorse annue derivate dai proventi da investimenti.
«Da un lato», spiega il presidente dell?Acri, Giuseppe Guzzetti, «si erano fatte sempre più pressanti le spinte, sostenute da un largo fronte ?trasversale? del Parlamento, tese ad imporre alle fondazioni del Centro-Nord vincoli di destinazione delle risorse, anche molto pesanti, a beneficio delle regioni meridionali. Dall?altro, invece, si prospettava la possibilità di mettere a frutto le ingenti somme accantonate prudenzialmente dalle fondazioni a partire dal 2001 a seguito del contenzioso amministrativo sollevato dai Centri di servizio per il volontariato relativamente alle modalità di calcolo del ?quindicesimo? delle risorse delle fondazioni ad essi destinato».
E così, spiega sempre Guzzetti, è nata l?idea di un grande progetto per il Sud. «Un progetto basato su un?alleanza strategica con il volontariato e il terzo settore e destinato a spostare verso le regioni meridionali una ?massa critica? di risorse di grande rilievo».
Che il settore non profit sia il vero protagonista dell?iniziativa non ci sono dubbi visto che la ?scommessa? ruota attorno alla possibilità di costruire un tessuto civico, condizione indispensabile per rendere economicamente competitivo il territorio meridionale. Sottolinea Guzzetti: «Si punta a rafforzare quelle risorse ?immateriali? che, forse più di quelle ?fisiche? e finanziarie, sono oggi deficitarie nel Mezzogiorno e indispensabili alla creazione di comunità locali attive, responsabili e solidali, di organizzazioni della società civile evolute e pluralistiche». La scelta del terzo settore come partner», conclude il presidente dell?Acri, «un terzo settore che include anche il volontariato, è coerente con l?idea che le organizzazioni non profit sono pensabili come una cruciale infrastruttura sociale, in quanto luoghi di partecipazione attiva, di cultura della democrazia e della solidarietà, e promozione di un welfare comunitario».
A questo punto, per ?partire?, prima della firma del notaio sull?atto istituitivo della fondazione, manca solo un ultimo, cruciale, passaggio: il decreto interministeriale che ?sblocchi? i fondi stanziati dai Centri di servizio. Sarebbe paradossale che stavolta che ci sono i soldi, una volontà condivisa di far presto e un progetto per il Sud di rara efficacia, a bloccare l?iniziativa fosse un passaggio ?burocratico?. Di più, sarebbe davvero imperdonabile.

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