Non profit
Decolla la campagna a favore degli esclusi
Decine di adesioni in pochissimi giorni, messaggi di incoraggiamento e lappoggio della rete dei Centri di servizio.
E’ decollata alla grande la campagna di Vita a favore degli esclusi dal 5 per mille 2007 per motivi formali. Decine di organizzazioni hanno aderito immediatamente, inviando via raccomandata l?istanza di autotutela messa a punto dai professori Giorgio Pastori e Luca Perfetti con cui si chiede al ministero dell?Economia di annullare la parte del dpcm dell?anno scorso che prevedeva l?invio, ai fini dell?iscrizione negli elenchi dei beneficari, di una serie di documenti che doveva già essere in possesso dell?amministrazione che li richiedeva. Una tale richiesta, ha spiegato Giorgio Pastori, contrasta con l?articolo 18 della legge 241/90, ovvero la riforma del procedimento amministrativo scritta dallo stesso Pastori, ed è quindi illegittima.
L?istanza non si ferma qui: prefigura infatti una responsabilità a carico dei funzionari che hanno gestito il procedimento di iscrizione, che potrebbero essere deferiti alla Corte dei conti per aver causato un aggravio di spesa al bilancio dello Stato. Perché? È semplice: mancando di attribuire a molti degli aventi diritto le somme che spettavano loro, dovrebbero in seguito ?risarcirle?, attingendo a nuovi fondi pubblici.
Insomma, la formula dell?istanza pare aver incontrato il favore delle onlus, anche perché è a costo zero (a differenza del più complesso e oneroso ricorso al Tar) e sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà il numero di enti che la sottoscriveranno e invieranno agli uffici del viceministro Visco. «È un?ottima iniziativa, tanto è vero che abbiamo aderito subito», conferma Daniele Scaglione, responsabile comunicazione di ActionAid, una delle tante ?escluse eccellenti?. «Ci sembra paradossale che il ministero si arroghi il diritto di non validare organizzazioni che avrebbero tutti i requisiti per accedere ai contributi liberamente destinati dai cittadini, solo perché nel fascicolo manca un foglio che attesta quanto lo stesso ministero sa da tempo». ActionAid, per inciso, ha ?perso? in questo modo i contributi destinati da oltre 33mila cittadini (il 30% in più sul 2006), che se fossero pari, in euro, alle quote dell?anno scorso porterebbero ad ActionAid qualcosa come un milione e 100mila euro.
Ma anche per organizzazioni meno imponenti il danno è enorme, aggravato dal fatto che nel caso si volesse intraprendere – parallelamente all?istanza – anche la strada del ricorso al Tar, le somme cui si avrebbe diritto potrebbero essere addirittura superate dalle spese legali legate alla gestione della pratica. L?istanza proposta da Vita, invece, è a costo zero (o meglio, ha il costo di una raccomandata r/r), e forse per questo ha convinto tanti, tra cui Csv.net, la rete dei Csv italiani. «Siamo assolutamente d?accordo con questa iniziativa, e la diffonderemo in tutti i Centri di servizio», afferma Marco Granelli, presidente di Csv.net. «Siamo convinti che in caso di errori formali si possa, anzi si debba intervenire con una sorta di ?sanatoria?, anche visti i grandi numeri degli esclusi». «Per il futuro, invece», continua Granelli, «chiediamo una semplificazione delle procedure di iscrizione e l?istituzione di un apposito elenco di organizzazioni che hanno diritto al 5 per mille, sulla falsariga degli elenchi regionali del volontariato, che vengono costantemente controllati e aggiornati. Da parte loro, le onlus devono essere obbligate a rendicontare in modo trasparente l?utilizzo dei fondi raccolti».
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