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Debutto con polemiche della presidenza ungherese

Contestata una legge sulla stampa entrata appena in vigore

di Redazione

Debutto alla presidenza tra le polemiche per l’Ungheria che oggi ha assunto la presidenza di turno dell’Unione Europea, per la prima volta dalla sua adesione nel 2004. L’Ungheria succede al Belgio e guiderà l’unione per il primo semestre dell’anno. Ma l’assunzione della presidenza avviene nello stesso giorno in cui entra in vigore una contestata legge sulla stampa, che l’opposizione interna e diversi leader europei ritengono siano un attentato alla libertà di espressione. Il governo magiaro afferma che le contestazioni sono frutto di un “malinteso” e che la presidenza europea aiutererà a chiarire la vicenda.

La legge bavaglio, fortemente voluta dal premier di destra Viktor Orban, prevede una controllo politico dell’informazione da parte del Governo, tramite l’istituzione di un’Autorità statale con poteri sanzionatori nel caso di una, non meglio specificata, ”violazione dell’interesse pubblico”, articoli ”non equilibrati politicamente” o ”lesivi della dignità umana”. Salate le multe previste: si va dai 700mila euro per le tv, a 89mila per i giornali e siti internet. Tra le altre indicazioni stringenti, il tetto del 20% per le notizie di cronaca nera da parte dei tg; la provenienza ungherese del 40% della musica trasmessa e l’obbligo per i giornalisti a rivelare le loro fonti nel caso sia in ballo la ”sicurezza nazionale”.

Tornando alla presidenza Ue, in un’intervista pubblicata oggi sul sito web del Consiglio Europeo, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha posto fra le priorità della sua presidenza il superamento della crisi economica nell’eurozona, l’integrazione europea degli stati balcanici occidentali e l’appoggio ai paesi membri dell’Europa orientale.

Membro dell’Ue dal 2004, Budapest ha messo il tema energetico in cima all’agenda dei lavori del primo Summit europeo che si svolgerà sotto la sua guida il 4 febbraio. In quell’occasione i capi di Stato e di governo dei Ventisette affronteranno la questione del funzionamento del mercato europeo, del potenziamento delle infrastrutture, dello sviluppo di tecnologie innovative per le rinnovabili e del coordinamento delle politiche nazionali, alla luce della strategia Energia 2020 presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre. Un action plan che mette nero su bianco le priorità per spingere la competitività, assicurando la sostenibilità e risparmio energetico, attraverso una serie di proposte, tra cui, quelle per realizzare reti ‘intelligenti’, per lo stoccaggio dell’energia elettrica, per ricerca sui biocarburanti di seconda generazione, ma anche per l’istituzione di strumenti di finanziamento per stimolare gli investimenti delle industrie in energia verde.

Un’agenda quella della presidenza ungherese definita comunque alla luce del bisogno di gestire i postumi della crisi economica con iniziative sul lungo termine. Tra queste la creazione di un meccanismo permanente per la gestione delle crisi e l’adozione di controlli più severi sulla disciplina di bilancio dei paesi membri. Il tutto alla luce della lezione appresa con le turbolenze nei mercati di Eurolandia, dalla crisi della Grecia al piano di lacrime e sangue annunciato dal Portogallo per scongiurare il peggio o del caso del salvataggio dell’Irlanda tra banche a rischio crac e conti pubblici fuori controllo.

Ma la centro del semestre ungherese non vi saranno solo i temi economici. Budapest intende puntare i riflettori anche sulla questione dell’integrazione dei rom, vittime di discriminazioni nel paese. Un recente rapporto di Amnesty International attacca lo Stato ungherese e la sua politica di tutela della minoranza nel Paese, giudicandola inefficace. Infine un altro punto del programma della nuova presidenza sarà l’ingresso della Croazia all’Ue. Zagabria è entrata nell’ultima fase dei negoziati e spera di chiudere entro giugno 2011 le trattative, in vista di una possibile adesione nel 2012.

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