Economia

Debito pvs, decreto ambiguo

Il provvedimento del Tesoro non convince Sdebitarsi. Ma nemmeno Ciampi

di Benedetta Verrini

A quasi un anno dall?approvazione della legge per la cancellazione del debito dei Paesi in via di sviluppo (L. 209/2000), che ha disposto la remissione di una somma pari a 12mila miliardi di lire, il ministero del Tesoro ha emanato il provvedimento attuativo. Si tratta del decreto n. 185 del 4 aprile 2001, pubblicato nella GU n.116 del 21 maggio 2001. Il testo definisce le condizioni per concludere accordi governativi bilaterali per la riduzione e l?annullamento del debito. Tra i presupposti ci sono l?individuazione puntuale dell?entità del debito, rapporti informativi costanti e l?impegno del Paese interessato a non usare illecitamente il denaro ottenuto. «Questo testo, però, non ha recepito lo spirito della legge, le richieste del Parlamento e nemmeno la recentissima presa di posizione del presidente Ciampi per slegare l?azione italiana dai vincoli intercorrenti con i 19 Paesi creditori del club di Parigi», dichiara Luca De Fraia, responsabile della campagna italiana Sdebitarsi. «Il Tesoro è rimasto sulle proprie posizioni e ha mantenuto una formulazione sostanzialmente ambigua, in cui appare probabile che alla riduzione saranno ammissibili solo i 41 Paesi Hipc». Chi la spunterà, dunque? Secondo De Fraia, l?orientamento espresso dal presidente della Repubblica dovrebbe sollecitare il governo, anche in vista del G8, ad operare per la cancellazione unilaterale del debito, senza complessi nei confronti degli altri Paesi creditori.


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