Cultura

Debito, il Papa suona il rock.

L’incontro tra le rockstar e il Santo Padre non è stato solo un cambio di battute e di occhiali da sole. Ecco cosa si sono detti veramente.

di Luca De Fraia

Luca De Fraia è il responsabile della sezione italiana di Jubilee 2000, la campagna internazionale che punta all?azzeramento del debito dei Paesi poveri. Quella che segue è la cronaca dell?incontro, svoltosi il 23 settembre scorso, tra il Papa e i testimonial di Jubilee 2000: Bono, Quincy Jones, Bob Geldof. Ènotte fonda, ormai, quando saluto il mio collega inglese Jamie, consegnandogli le foto che hanno immortalato questa giornata straordinaria. L?ultima cosa per fare in tempo: Jamie è in partenza per New York dove assisterà agli eventi organizzati dalla Campagna in occasione dell?incontro della Banca Mondiale. ma in realtà tutto è avvenuto di corsa, di un fiato, sin dall?inizio. È stata una lunga giornata, per me impossibile da dimenticare: incontrare il Santo Padre, insieme a personalità così importanti, ha significato un momento unico ed irripetibile. Alle sette ero già diretto, in compagnia dei colleghi, fotografo e collaboratore di Movimondo-Molisv, all?appuntamento fissato per le otto con i rappresentanti della delegazione. Emozionato e un po? teso, ho stretto la mano a Quincy Jones: si scambia qualche battuta, si parla di alcune sue amicizie in Italia. Tutti sono freneticamente attivi per la cura degli ultimi dettagli. Ha inizio il briefing, la prima discussione del mattino, coordinata da Ann Pettifor direttrice e cofondatrrice di Jubilee 2000, che riunisce attorno allo stesso tavolo tutti i ?Vip?. Bob Gelfdof, disponibile e alla mano, oltre che molto informato, concede interviste e rilascia dichiarazioni. Molto attesa anche la presenza di Jeffrey Sachs, economista della prestigiosa università di Harvard, schierato in favore della campagna Jubilee 2000. Scopo della riunione è quello di individuare le richieste da inserire nel discorso innanzi al Santo Padre. Sono circa le undici e trenta quando partiamo tutti insieme verso Castelgandolfo. Ad attenderci il sindaco di Roma che si unisce alla delegazione in visita al Pontefice. Nella cornice incredibilmente bella di Castelgandolfo, al saluto delle guardie svizzere, facciamo il nostro ingresso così come vuole il protocollo. L?incontro ha avuto inizio con la dichiarazione rivolta da Ann Pettifor al Santo Padre, un appello affinché prema per ottenere una riunione urgente del G7 che abbia all?ordine del giorno l?azzeramento del debito dei Paesi più poveri. Il Papa ha ascoltato, ringraziato e offerto un caloroso benvenuto alla delegazione di Jubilee 2000. Nel suo discorso ha insistito nella necessità di fare dell?Anno del Giubileo l?anno della giustizia sociale, dell?impegno profondo per dare all?umanità e alla terra la possibilità di un nuovo inizio. Un incontro intenso, ma molto umano, semplice, diretto. Tutti rimangono colpiti dall?intensità del momento vissuto oltre che dalla figura del Santo Padre, un uomo che a dispetto della fragilità fisica conserva una forza e una solidità indiscutibili, punto di riferimento per milioni e milioni di persone, che da tempo si batte per la causa della cancellazione del debito. Seguono i saluti e lo scambio di doni. Il Papa riceve la spilla con il simbolo della Campagna, la cifra 2000 rappresentata da una catena, e dona ad ognuno dei partecipanti un rosario. Bono, molto emozionato, consegna al Pontefice un libro di poesie. Un istante dopo, Giovanni Paolo II indossa gli occhiali avvolgenti della rockstar irlandese. Da qui una battuta che forse gli ospiti stranieri non hanno colto: osservando che gli occhiali sportivi ben si addicevano ad un esperto sciatore qual è Sua Santità, Bono lo ha prontamente paragonato a Tomba la Bomba… Terminato l?incontro, il pomeriggio è trascorso con gli stessi ritmi serrati della mattinata. Alla conferenza stampa ciascuno dei delegati ha espresso la sua personale opinione e impressione sull?udienza, senza tralasciare aneddoti e particolari coloriti, oltre a sottolineare alcuni dei punti chiave della Campagna Jubilee 2000. La presenza di Bono è stata determinante: la sua simpatia irrefrenabile ha contribuito a distendere l?atmosfera. Giunti ormai al termine, senza alcun preavviso, mi sono visto chiamare da Ann Pettifor e Charles Anagolou sul palco per aggiungere le mie impressioni. È stato un momento indimenticabile: seduto tra Bono e Quincy Jones ho voluto richiamare l?attenzione del pubblico sul carattere transnazionale di questa Campagna, di cui testimoniavano gli ospiti presenti, ciascuno in rappresentanza di una particolare realtà geografica, ma soprattutto sociale. E per rendere il mio messaggio inequivocabile alla stampa italiana, ho voluto esprimere in inglese e italiano ciò che mi stava particolarmente a cuore: per il governo italiano è tempo di passare dalle parole ai fatti, agli annunci di ampia eco devono seguire azioni concrete per azzerare il debito che strangola i Paesi più sfavoriti. Sarebbe sufficiente che l?attuale governo facesse ciò che è stato promesso: cancellare il debito delle nazioni che hanno un reddito medio annuo pro capite inferiore ai 300 dollari. Perché si può fare molto con poco. ll discorso integrale del Papa: «Il Giubileo dia speranza ai poveri» Ad appena cento giorni dal Duemila, sono lieto di esprimere il mio caloroso saluto ai leader e maggiori sostenitori della Campagna contro il debito Jubilee 2000. La vostra presenza mi è particolarmente gradita in questi giorni in cui in tutto il mondo si svolgono una serie di incontri in previsione del Grande Giubileo sul tema del pesante fardello del debito dei Paesi poveri. Nella Bibbia il Giubileo era un tempo in cui l?intera comunità era chiamata a fare ogni sforzo per restituire alle relazioni umane l?originaria armonia che Dio aveva dato alla creazione e che il peccato dell?uomo aveva guastato. Era un tempo per ricordare che il mondo in cui viviamo non è nostro, ma un dono dell?amore di Dio. Come esseri umani siamo solo servitori del progetto di Dio. Durante il Giubileo il fardello che opprime ed esclude i membri più poveri della società deve essere rimosso in modo che tutti possano accedere alla speranza di un nuovo inizio in armonia con il disegno di Dio. Oggi il mondo ha bisogno dell?esperienza del Giubileo. Troppi uomini donne e bambini non riescono a realizzare il potenziale che Dio ha donato loro. La povertà e la diseguaglianza sono diffuse in tutto il mondo nonostante gli enormi progressi scientifici e tecnologici. Troppo spesso i frutti del progresso tecnologico invece di essere posti al servizio di tutta la comunità umana sono distribuiti in modo che le ingiuste disparità sono in effetti accresciute e rese permanenti. La Chiesa Cattolica guarda a questa situazione con grande preoccupazione, non perché abbia un concreto modello tecnico di sviluppo da proporre, ma perché ha la visione morale di ciò che il bene degli individui e della umana famiglia richiedono. La Chiesa ha sempre insegnato che esiste un??ipoteca sociale? su tutta la proprietà privata, un concetto che oggi deve anche essere applicato alla ?proprietà intellettuale? e alla ?conoscenza?. La legge del profitto non può essere applicata a ciò che è essenziale alla lotta contro la fame, la malattia, la povertà. La riduzione del debito è, ovviamente, solo un aspetto del più vasto compito che abbiamo di lottare contro la povertà e di assicurare che i cittadini delle nazioni povere possano avere pienamente parte al banchetto della vita. I programmi di riduzione del debito devono essere accompagnati dall?introduzione di decise politiche economiche e di buon governo. Tuttavia, cosa altrettanto se non più importante, i benefici che derivano dalla riduzione del debito devono ricadere sui più poveri attraverso una sostenibile e ampia trama di investimenti nelle risorse umane, basata specialmente sull?istruzione e sulle politiche sanitarie. La persona umana è la risorsa più preziosa di qualsiasi nazione e qualsiasi economia. La riduzione del debito è tuttavia urgente. È sotto molti aspetti una precondizione affinché le nazioni più povere facciano progressi nella loro lotta contro la povertà. Questo è un concetto ormai ampiamente riconosciuto, e dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a tale cambiamento di orizzonte. Dobbiamo chiederci però perché i progressi nella soluzione del problema del debito siano ancora così lenti. Perché tante esitazioni? Per quale motivo persistono difficoltà nel reperire i fondi necessari anche per le iniziative già approvate? Sono i poveri che pagano il prezzo dell?indecisione e dei ritardi. Mi appello a tutti coloro che sono coinvolti in questo processo, e specialmente alle nazioni più potenti, affinché non lascino passare questa opportunità che il Giubileo offre senza prendere una decisa iniziativa verso la risoluzione della crisi del debito. È ormai ampiamente riconosciuto che ciò è possibile. Prego affinché questo Giubileo del 2000 che celebra la nascita di nostro Signore Gesù Cristo sia davvero un momento di promessa e di speranza particolarmente per i nostri fratelli e le nostre sorelle che soffrono ancora la povertà nel nostro ricco mondo. Insieme possiamo fare molto, con l?aiuto di Dio. Che questa benedizione sia con di voi e con i vostri cari.


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