Economia

Debito dietro i numeri si scopre l’inganno

Un’operazione da 40 miliardi di dollari. Verso 18 Paesi che pagano ogni anno interessi intorno ai due miliardi. Intervista a Giovanni Baggi.

di Emanuela Citterio

Quaranta miliardi di dollari: è l?ammontare dell?operazione di cancellazione del debito annunciata in questi giorni dai ministri delle Finanze del G7. è la prima volta che si concorda che sia non solo possibile ma necessario cancellare il debito multilaterale, cioè quello dovuto alle istituzioni finanziarie internazionali come Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Sino ad ora, infatti, le cancellazioni effettuate dal Giubileo ad oggi hanno riguardato pressoché solo i debiti bilaterali, quelli tra Paese e Paese. Sui multilaterali vigeva una sorta di tabù che le campagne sul debito hanno sempre ritenuto infondato e che oggi finalmente è stato rimosso. Sono 18 i Paesi interessati. E sarà di 15,5 miliardi il beneficio nei primi dieci anni. E l?unico effetto immediato sarà il non pagamento degli interessi, per una cifra tra gli 1,5 e i 2 miliardi di dollari. Giovanni Vaggi, docente di economia dell?università di Pavia, ha cominciato ad occuparsi del problema del debito estero nel lontano 82. Ecco i suoi calcoli.
Vita: Quaranta miliardi, 15 e alla fine 2. Professore, ci aiuta a capire?
Giovanni Vaggi: Quando si dice che un?operazione ?vale? 40 miliardi di dollari bisogna capire dalla prospettiva di chi. Perché c?è il valore originario del debito, e quello finale dovuto all?accumularsi degli interessi e delle penalità contabilizzate dai creditori. Da vent?anni i Paesi africani più poveri riescono a pagare solo il 30% del servizio del debito, quindi in definitiva solo gli interessi, tutto il resto si è accumulato nel tempo come arretrati. È come quando hai un mutuo, ma hai pagato in ritardo le rate o non le hai pagate affatto, alla fine ti contabilizzano tutte le penalità e il tuo mutuo non è più quello di prima ma decisamente più alto. Solo che nel caso degli Stati indebitati si tratta di miliardi di dollari. Per questo un?operazione può valere 40 miliardi di dollari dal punto di vista dei creditori, ma poi incidere poco sul debito dei Paesi interessati, e ancora meno su quanto sborsano ogni anno per ripagare gli interessi.
Vita: Se i Paesi indebitati, poco, ma ci guadagnano, chi ci rimette?
Vaggi: Non è chiaro chi pagherà, alla fine, tutta l?operazione. In teoria, i fondi che tornano come pagamento degli interessi del debito queste istituzioni li prestano di nuovo. È una specie di fondo rotativo. Se non tornano, la Banca mondiale ha meno soldi da prestare per i nuovi progetti di sviluppo. A meno che ci sia un accordo per rifinanziare Banca e Fondo, ma ne dubito. I veri creditori alla fine sono i Paesi del G7: hanno i crediti bilaterali ma anche le quote della Banca mondiale e del Fmi. Si dovrà trovare un escamotage. La Banca mondiale dovrà fare un aggiornamento del suo bilancio. Immagino che qualcosa dovrà ridurre delle sue attività.
Vita: Ne risentirà l?aiuto allo sviluppo?
Vaggi: Il nostro dipartimento ha effettuato una ricerca su 28 Paesi fra i più indebitati: in vent?anni la cifra che è stata data come aiuto allo sviluppo è stata di poco superiore a quella restituita come pagamento del debito. Nel 98, per fare un esempio, questi 28 Paesi hanno ricevuto 8 miliardi e 700 milioni di aiuti e pagato 6 miliardi e 400 milioni di servizio del debito. Si è creato un cortocircuito fra gli aiuti e il debito. Un caso singolare è la Nigeria: ha un prodotto interno lordo di 32 miliardi di dollari e un debito di pari entità, 32 miliardi di dollari. E la Nigeria è un Paese che paga. In tutto l?Africa subsahariana ha un debito che ammonta a 210 miliardi di dollari, ma ciò che impressiona è che è il 58% del Pil.
Vita: Che effetto hanno avuto le precedenti cancellazioni?
Vaggi: Il concetto di cancellazione è stato un salto notevole. Fino a pochi anni si parlava solo di riscadenzamento del debito, di allungare cioè i termini di restituzione. Oggi si riconosce che il debito di alcuni Paesi è insostenibile. I vantaggi in termini di cash per i Paesi debitori invece non sono incoraggianti. Molti Paesi non hanno beneficiato di risorse liberate, perché i crediti cancellati erano comunque inesigibili. E poi c?è la questione della cooperazione allo sviluppo. Tra l?80 e il 90 i fondi per l?Africa sono andati sempre diminuendo, passando da 60 a 40 miliardi di dollari l?anno. Negli ultimi anni c?è stato invece un aumento, fino a 70 miliardi di dollari nel 2004. Ma in questi fondi è contata anche la cancellazione del debito.
Vita: Per il 2005 verranno conteggiati i 40 miliardi visti dai creditori o i 2 miliardi di beneficio immediato per i debitori?
Vaggi: I primi, temo.

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