Cultura

Debito: al via il Fondo Italia-Guinea

Riccardo Moro ha illustrato oggi l'iniziativa

di Redazione

Con un milione e mezzo di euro messi a disposizione dal governo guineano e sei milioni dalla Fondazione della Cei Giustizia e solidarieta’ comincia la sua attivita’ il fondo per la cancellazione del debito della Guinea verso l’Italia e per l’uso dei fondi sottratti al debito al fine di creare progetti di sviluppo, nel campo sanitario ed educativo. Un accordo in tal senso e’ stato firmato tra Italia e Guinea Conakry, e uno analogo si avvia ad essere firmato con lo Zambia. Ne ha dato notizia il presidente della Fondazione Giustizia e solidarieta’, Riccardo Moro, illustrando ai giornalisti lo sviluppo dell’iniziativa lanciata dalla Chiesa italiana nel 2000, in occasione del giubileo, per la remissione del debito dei paesi poveri. La campagna, che ha poi portato alla nascita della Fondazione, ha fruttato una raccolta di 17 milioni di euro da investire nelle iniziative a favore dei paesi debitori. I progetti di sviluppo in Guinea riguardano la realizzazione di una scuola e di un ospedale e alcune iniziative di formazione professionale. Per lo Zambia si pensa ugualmente ad interventi nel settore sanitario e socio-educativo. Joe Komakoma, responsabile di Giustizia, sviluppo e pace per i vescovi zambiani, e Katongo Chifwepa della Caritas dello Zambia, hanno sottolineato l’aggravante per i paesi africani della diffusione dell’Aids. Oltre a falcidiare vite umane il virus mette in crisi le iniziative educative e di formazione agricola o professionale, in quanto il tasso di mortalita’ incide pesantemente sulla composizione dei gruppi di formazione o di lavoro e sulla organizzazione di qualsiasi progetto. Moro ha annunciato per il prossimo novembre la presentazione di un rapporto sul debito che dovrebbe diventare un appuntamento annuale ”per tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema, e verificare i passi avanti della applicazione della legge 209”. La legge, approvata all’unanimita’ dal Parlamento italiano a luglio del 2000 regolarmente appunto la remissione del debito di una ottantina di paesi a bassissimo reddito nei confronti dell’Italia. La Fondazione lamenta alcune lentezze e ritardi nei regolamenti attuativi della legge e denuncia il fatto che l’atteggiamento italiano nei confronti del problema del debito sia oggi meno disponibile e aperto rispetto alla mobilitazione giubilare.


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