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De Rita: Giovani indistinti e seriali come Erika e Omar

Molte cose, ha detto De Rita, sono cambiate dal '68, ''quando sembrava che tutto dipendesse dalla capacita' di capire i giovani.

di Redazione

”C’e’ la preoccupazione di una gioventu’ troppo indistinta e tendenzialmente ripetitiva, che vive troppo di presente”, ha osservato il presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio, Giuseppe De Rita. ”Per questo – ha aggiunto – e’ necessario capire e approfondire”. Molte cose, ha proseguito De Rita, sono cambiate dal ’68, ”quando sembrava che tutto dipendesse dalla capacita’ di capire i giovani. Oggi i giovani sono indistinti, come lo sono gli adulti”. Nonostante le molte ombre e i tanti aspetti da approfondire, da questo primo sondaggio sono venute anche delle buone sorprese. Per la ricercatrice del Censis, Maria Pia Camusi, si sono sfatati molti luoghi comuni sulle nuove generazioni. Risulta infatti che 4 giovani su 10 mostrano un’identita’ bene equilibrata, 5 su 10 sono interessati alla propria crescita intellettuale. In generale, e’ l’immagine di una generazione il cui motto e’ ”ora e subito”, che non vuole impegnarsi a livello sociale (solo 1 su 10 aderisce ad associazioni politiche e appena il 3% frequenta centri sociali e si occupa di volontariato), che preferisce concentrasi su stessa piuttosto che su modelli di riferimento e che, tra le tante paure. teme soprattutto la guerra, la pedofilia e la sofferenza interiore.
Fino a che punto i giovani sono ”indistinti” e ”seriali”, come erano stati definiti Erika e Omar? E’ vero che vivono troppo di presente e che puntano piu’ alla forma del linguaggio che ai contenuti? Sono le quattro ”preoccupazioni” che per Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis e presidente del comitato scientifico dell’ Osservatorio europeo sui giovani, alle quali nei prossimi mesi si cerchera’ di dare una risposta, sulla base dell’indagine presentata oggi a Roma. Ecco in sintesi i quattro principali motivi di attenzione ai giovani:

SONO INDISTINTI: e’ uno degli aggettivi indicati per descrivere i due giovani riconosciuti colpevoli del delitto di Novi Ligure. Si parla in generale di una gioventu’ troppo indistinta, ha detto De Rita, ma e’ proprio cosi’? I dati raccolti dall’Osservatorio permetteranno di verificare se davvero i giovani non hanno una conoscenza precisa di se stessi e dei loro diritti e doveri. ”Vivono in una marmellata indistinta – ha osservato – nella quale sanno di non avere rilievo”.

SONO SERIALI: un altro aggettivo utilizzato per descrivere Erika e Omar. Si vuole adesso verificare se i giovani sono davvero ripetitivi, portati a ripetere sistematicamente ogni giorno le stesse cose allo stesso modo.

VIVONO TROPPO DI PRESENTE: dall’indagine e’ gia’ arrivato un primo si’. Sembrerebbe proprio che i giovani non hanno memoria del passato e non investono nel futuro. Ne e’ la prova il modo in cui trascorrono il tempo libero, semplicemente consumandolo. La responsabilita’, secondo De Rita, e’ pero’ degli adulti: ”non abbiamo saputo trasmettere loro ne’ la memoria ne’ il futuro, perfino la nostra vecchia fantascienza si e’ ridotta a un insieme di effetti speciali”.

IL LINGUAGGIO VALE PIU’ DEI CONTENUTI: dare piu’ importanza al modo di comunicare, in primo luogo al linguaggio del corpo, piu’ che ai contenuti e’ un altro segnale di appiattimento sul presente.

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