Cultura

De Rita (Censis): in Italia c’è ristagno, non impoverimento

Lo ha detto oggi il segretario generale del Censis intervenendo a un forum organizzato dalal Confcommercio

di Francesco Maggio

Bisogna stare attenti a non confondere il ristagno con l?impoverimento. Se ne è detto convinto il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita, intervenuto oggi in un dibattito nell’ambito del sesto forum organizzato dalla Confcommercio a Cernobbio. ”E? da anni che siamo in ristagno sui consumi, sulla qualità della vita, sulla speranza, su tutto. Ma prima di imputare colpe a presunti responsabili, vanno capiti i motivi”, ha detto De Rita prendendo la parola. A suo parere, l?opinione pubblica nutre una sorta di rancore nei confronti di quelli che sono ritenuti i responsabili. E? la cultura dell?impoverimento, secondo De Rita, a spingere nella direzione della cultura di classe. Il problema è che gli italiani non sanno interpretare il problema. ”Non è un paese in impoverimento quello dove nell?ultimo anno si è registrato un aumento del 9% degli acquisti delle automobili, e dove si è raggiunto il massimo possibile dei mutui per la casa”. Fattori questi che dovrebbero indurre Fassino, che interverrà a Cernobbio domani, ”a non ripetere che siamo tutti poveri”. Conclusione: ”Il ristagno non è impoverimento, il ristagno è restare lì, in una sorta di stand by”, ha tenuto a sottolineare De Rita, dicendosi certo che ”c?è incertezza” ma sostenendo che ”è proprio qui che sta il ristagno”. Dunque ”dobbiamo avere conoscenza delle cause per le quali si è formato questo ristagno e su cosa si deve intervenire per uscirne”. Per farlo – ha concluso De Rita -, occorre evitare ”politiche disastrose e avveniristiche”.


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