Politica
De Rita al Governo: «Ora basta slogan»
«Questa Destra è impreparata a governare. E i suoi elettori, la piccola borghesia, le periferie, le corporazioni che non hanno votato sui programmi ma soltanto come onda di opinione, hanno scoperto di essere impreparati alle delusioni della Politica», così il grande sociologo in un'intervista a “La Repubblica” di cui vi proponiamo un breve stralcio
di Redazione
«Questa Destra è impreparata a governare. E i suoi elettori, la piccola borghesia, le periferie, le corporazioni che non hanno votato sui programmi ma soltanto come onda di opinione, hanno scoperto di essere impreparati alle delusioni della Politica. La benzina che aumenta perché tornano le accise, il carrello della spesa che sfora tutte le previsioni, la povertà che avanza. L'Italia di chi ha votato Giorgia Meloni oggi è questa: politici che devono imparare la complessità del proprio mestiere e un pezzo del Paese che teme di essere stato ingannato». È l'immagine acuta, lucidissima e amara che Giuseppe De Rita, il più grande sociologo italiano, classe 1932, fondatore e a lungo presidente del Censis, disegna di questi primi mesi di legislatura.
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Crede che questa delusione si trasformerà in protesta?
«Non ancora. Perché la rabbia si condensi ci vuole un obiettivo, un'ideologia. E chi ha votato questo governo non è ideologico, è un popolo variegato che ha scelto sull'onda emotiva dei propri interessi. Come era avvenuto sei anni fa per i grillini. Gli italiani di Destra mugugnano davanti alla pompa di benzina, ma non scendono in piazza. Siamo in una stasi depressiva. L'onda emotiva però è una mia preoccupazione».
Si fonda sugli slogan mentre governare è altra cosa?
«Esattamente. Questi partiti di Destra non hanno un apparato, non hanno una scuola di politica. Arrivano al Governo basandosi sui sondaggi e poi devono trattare con il Fondo Monetario Internazionale, devono decidere sulla guerra in Ucraina. Su misure che poi toccano il nervo vivo della società. Ma non è un talk show».
Impareranno a governare?
«Spero di sì. Così come forse i loro elettori impareranno ad aspettare. Con una differenza sostanziale: i primi sono in Parlamento, con uno stipendio assicurato, gli altri fanno i conti con la nuova povertà».
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De Rita, se i prezzi non calano, se le tasse non scendono, quanto ci metteranno gli italiani ad arrabbiarsi con la Destra che hanno votato?
«Due anni. Tempo massimo. E sarebbe già un record per la politica italiana».
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