Politica
De Ponte: «Global Migration Compact, da “uomini soli al comando” scelte che ci isolano sempre più»
Ieri era l'Europa, l'altro ieri erano le Ong. Oggi, l'ultimo fronte dello scontro è l'Onu. Il Ministro degli Interni dichiara che l'Italia non prenderà parte all'importante summit di Marrakech e non firmerà il patto globale sulle migrazioni promosso dalle Nazioni Unite. «Ci stiamo isolando sempre più», commenta il segretario generale di Action Aid
di Marco Dotti
L'Italia non andrà a Marrakech e non firmerà. Lo ha dichiarato il Ministro Matteo Salvini, preannunciando una retromarcia del nostro Paese sul Global compact for migration. Proprio a Marrakech, tra il 10 e l'11 dicembre prossimi si terrà la conferenza intergovernativa che dovrebbe portare alla firma di un patto globale sulle migrazioni promosso dalle Nazioni Unite. Il nostro Paese, a quanto pare, non ci sarà. Non importa se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla 73ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 26 settembre 2018 aveva affermato: “I fenomeni migratori richiedono una risposta strutturata, multilivello, di breve, medio e lungo periodo da parte dell'intera comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati". Una bugia in più che minerà ancora la credibilità del nostro Paese a livello internazionale.
Abbiamo chiesto un commento a caldo a Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid.
Lo scontro sul Global compact sembra solo l'ultimo passo di un'excalation che molti leggono in chiave elettorale..
Non si guida una comunità, che sia il Paese o che sia un'associazione, da soli. E ci stiamo facendo terra bruciata, fuori e dentro il Paese. Dentro, con i continui attacchi ai corpi intermedi. Fuori, con posizioni che ci metteranno sempre più nell'angolo. Un giorno è l'Europa, un giorno sono le altre nazioni. C'è una retorica degli uomini soli al comando che lascia perplessi
C'è o ci sarebbe stata, però, una contraddizione interna, tra l'intenzione del Primo Ministro, che si era detto favorevole, e quella del Ministro degli Interni che si dice contrario al Global compact…
Qua siamo alla chiacchiera o, meglio, al gioco delle parti. Tutti stanno cercando di dividere due forze politiche. Ma la nostra preoccupazione di attori civici non può essere questa.
Qual è, allora?
Quella di far ragionare le forze politiche portandole a capire che una comunità non si governa conquistando unicamente il suo consenso, ma anche gestendola con intelligenza. In questo momento, dovremmo dare un consiglio, più che lanciarci nel gioco delle parti. Il nostro interesse non è prendere la parte di questo o di quello, il nostro interesse è che la democrazia funzioni e che ciò che chiamiamo comunità non sia lasciata allo sbaraglio. Per questo servono i corpi intermedi, non per dividere ma per camminare in un mondo sempre più complesso.
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