Famiglia

De Poli: “I fondi per la 266 non possono finanziare anche il servizio civile”

La dichiarazione del parlamentare europeo: "“Il ministro non proponga quella modifica alla legge: sarebbe un ulteriore grave danno al mondo del volontariato”.

di Benedetta Verrini

A proposito della proposta del ministro Giovanardi di ?pescare? dai fondi dei Centro servizio per il volontariato per finanziare il servizio civile nazionale, interviene l’europarlamentare Antonio De Poli, membro della Commissione Occupazione e Affari sociali

«Questa proposta di modifica alla legge 266 è senza dubbio non accettabile. Condividiamo appieno le preoccupazioni del mondo del volontariato, di cui si è fatto portavoce anche Luigi Bulleri, coordinatore della Consulta del Volontariato del Forum nazionale del Terzo Settore. Le risorse del volontariato devono rimanere per il volontariato – continua De Poli -, che già è piuttosto ?sofferente? da questo punto di vista. I fondi dei Centri servizio, dunque, non possono essere ulteriormente impoveriti per pagare il servizio civile che deve reggersi sulle proprie gambe. Sarebbe per il volontariato italiano un colpo assai pesante».
«Il servizio civile svolge un ruolo importante, e va certo valorizzato e sostenuto. Ma è evidentemente altra cosa dal volontariato. E tale deve rimanere. Si tratta di due settori che hanno percorsi, storia, motivazioni e modalità molto diverse tra loro Si è lavorato e faticato per lungo tempo per riconoscere al volontariato una sua identità e un ruolo specifici, per distinguerlo anche rispetto alle altre ?anime? del non profit. Si è creato intorno a questo tema un dibattito ampio e a tratti particolarmente delicato. Ed è proprio sulla scia di quel lungo dibattito che ora si sta lavorando anche alla riforma della 266. Perché, allora, togliere peso a questa distinzione quando si parla di risorse?». «Tra le sfide per il futuro, il volontariato si è assunto in questi ultimi anni quelle di dotarsi di competenze sempre aggiornate e di darsi formazione, di organizzarsi meglio internamente per garantire maggiore qualità nei servizi: non possiamo chiedergli sempre di più, continuando nel contempo a penalizzarlo con tagli ai finanziamenti destinati».
«Da parte nostra, dunque – conclude l’onorevole che in qualità di assessore alle politiche sociali, volontariato e non profit del Veneto era stato anche portavoce del coordinamento dei colleghi delle altre Regioni -, sollecitiamo Giovanardi e il Governo a tenere distinti i due ambiti, anche in tema di destinazione delle risorse: già i fondi per i Centri servizio hanno subito una incisiva riduzione in seguito alla direttiva Acri e altre sono previste in base al disegno di legge di modifica della 266/91. Non si può penalizzare il volontariato, ossia quell’universo di uomini e donne del nostro Paese che fanno ogni giorno esperienza e scelta di dono gratuito».

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