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Ddl sicurezza, voi cosa ne pensate?
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di Redazione

Proprio in concomitanza con l’approvazione alla Camera del Ddl sicurezza, l’assemblea annuale delle Fondazioni europee ha visto l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in conclusione del suo discorso ha speigato che «se si vuole far fronte alle sfide che provengono dalla povertà vecchia e nuova, e dalle disuguaglianze inaccettabili fra e all’interno delle nazioni, non possiamo certo rispondere con la mera conservazione e la difesa degli interessi nazionali». Evidente il cenno alla querelle politica.
Tante infatti le voci dell’associazionismo, ma non solo, che si sono affiancate a quelle del presidente della Repubblica.
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Il Coordinamento Nazionale Comunità di accoglienza (Cnca) esprime il proprio sdegno per il testo a cominciare da quelle che potrebbero rendere «invisibili» i figli delle persone immigrate residenti in Italia senza permesso di soggiorno, «se il Ddl sulla sicurezza passerà al Senato senza modifiche sostanziali», afferma Lucio Babolin, presidente del Cnca, «verrà ricordato come uno dei provvedimenti più vergognosi approvati nel nostro Paese. Il testo viola diverse convenzioni internazionali, se non la lettera certamente lo spirito della nostra Costituzione e senza dubbio elementari principi di un’etica che credevamo condivisa».
Save the Children ha una posizione più morbida ma non meno risoluta che viene divulagata con una nota in cui si legge come «il maxi emendamento in materia di immigrazione, parte del ddl Sicurezza e appena approvato alla Camera, attraverso il meccanismo della fiducia, desti forti preoccupazioni sia er i suoi contenuti che per la modalità di approvazione».
La Commissione europea si limita ad un «no comment» puntualizzando che «il progetto di legge è passato solo alla Camera dei Deputati, per la sua adozione ufficiale serve ancora l’approvazione del Senato dunque l’Ue non può esprimersi su un progetto di legge che non è stato ancora adottato».
Il Direttivo dell’Unione forense per la tutela dei diritti dell’uomo, organizzazione che è tra i fondatori del Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) spiega che «il Governo Italiano non era legittimato al respingimento degli immigrati e rifugiati del 7 maggio scorso e dei giorni successivi. Tra i respinti in Libia, infatti, vi sono 24 persone, per la maggior parte somali ed eritrei, che hanno conferito procura per presentare ricorso contro il Governo italiano presso la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo».
L’Acli invece, per bocca del presidente Andrea Olivero, fa sapere che l’approvazione da parte della Camera dei maxiemendamenti al disegno di legge in materia di sicurezza «provoca una profonda frattura nell’ordinamento nazionale, introducendo una serie di misure restrittive nei confronti dei cittadini immigrati, che agiscono nella sfera dei diritti fondamentali e della dignità umana».
Anche il Vaticano infine, attraverso il direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei, padre Gianromano Gnesotto, si schiera coi contrari, esprimendo preoccupazione per come il disegno tralasci il tema «dell’integrazione, dell’inserimento nella società per ottenere il quale sono prioritarie le strategie della tutela dell’unità familiare, dei ricongiungimenti familiari, dei minori tutelati. I suoi effetti sono nella direzione contraria a quella di una società che vuole essere integrata». Questo pacchetto sicurezza, ha concluso padre Gnesotto, «non avrà gli effetti propri di una società che vuole essere integrata».
Per saperne il contenuto del ddl leggi anche:
In foto il carcere a est di Tripoli dove il governo libico rinchiude chi non riesce a sbarcare in Occidente, tratta da http://fortresseurope.blogspot.com
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