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DDL risparmio: rende precario l’equilibrio tra gli azionisti

Lo sostiene il giurista Berardino Libonati in un articolo pubblicato oggi su la voce.info

di Francesco Maggio

Scrive Libonati che l?equilibrio nell?organizzazione imprenditoriale della società per azioni è un equilibrio molto delicato, dato da una maggioranza di azionisti, interessata alla gestione e quindi legittimata a gestire, e da una minoranza, interessata invece a un ritorno patrimoniale dell?investimento, che coopera nel controllo (attraverso il quale può reagire a gestioni scorrette). Secondo il giurista questo equilibrio non è
rafforzato dalla scelta, contenuta nel disegno di legge per la tutela del risparmio inviato al Senato dalla Camera, di attribuire a una minoranza che coaguli il 2,5 per cento del capitale la facoltà di nominare un amministratore. Scrive Libonati: “tra l?altro il possesso di azioni per il 2,5 per cento del capitale ? una percentuale superiore addirittura a quella considerata soglia di partecipazione “rilevante” ai sensi del Testo unico per l?intermediazione finanziaria ? non esprime certamente il risparmio diffuso, sicché l?evocazione etica sottesa al disegno di legge non trova affatto soddisfazione. Rende semplicemente più complesso, e più difficile nell?applicazione, il modello prescelto dalla Novella del 2003 per il governo societario”.

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