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Ddl impresa sociale “ridisegnato” dagli emendamenti

Si conclude l'iter della delega in commissione: il testo già lunedì in Aula, notevolmente migliorato dalle modifiche introdotte. Ce ne parla uno degli artefici, l'on. Lucà (Ds)

di Benedetta Verrini

Il disegno di legge delega sull?impresa sociale arriva in Aula alla Camera già lunedì prossimo. La Commissione Giustizia della Camera ha infatti dato mandato al relatore di esporre all?Assemblea il ddl governativo (n. 3045), su cui sono state approvate importanti modifiche. Ce ne parla l?onorevole Mimmo Lucà (Ds), proponente di numerosi emendamenti, approvati anche dal governo, che di fatto hanno ricostruito l? ?ossatura? della nuova figura giuridica. ?Siamo soddisfatti del lavoro fatto, utilizzando anche le sollecitazioni giunte dal Forum del Terzo Settore? ha dichiarato Lucà a Vita. ?Restano alcune ombre, su cui andrema a lavorare anche in Aula, ripresentando gli emendamenti respinti. In particolare, ritengo che vada meglio definita l?area delle agevolazioni a favore delle imprese sociali. I vantaggi fiscali non possono essere semplicemente ?possibili?, ma certi. Altrimenti, che senso ha per dei privati scegliere questa veste giuridica??. Venendo ai contenuti, è passato un emendamento (Lucà, Lettieri, Mazzoni, Letta, Faglia, Lupi) che offre una definizione chiara di ?impresa sociale?, che nel testo originario mancava. Si fa riferimento a un organismo privato e senza scopo di lucro che esercita ?in via stabile e principale attività economica di produzione e scambio di beni e servizi di utilità sociale?. La definizione, accettata dal governo, ?consente di superare quell?approssimazione che marcava il testo originale? spiega Lucà. Sia pure introducendo la disciplina dell?impresa sociale, un altro emendamento (Lucà) ha garantito la vigenza del quadro normativo di riferimento per cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, enti ecclesiastici, associazioni di volontariato, fondazioni. ?Questo garantisce la specificità degli enti esistenti, ed era importante puntualizzarlo, perché c?era la preoccupazione che con la disciplina di impresa sociale tutto venisse generalizzato in un’unica categoria? spiega il deputato. E? stato poi ribadito il ?carattere non speculativo della partecipazione alle attività d?impresa sociale dei soci?, siano persone fisiche o giuridiche (è noto, infatti, che anche le società per azioni o le srl possono partecipare al capitale dell?impresa sociale, non oltre il 50% del capitale). ?Abbiamo voluto così rimarcare che chi dà vita a un?impresa sociale non può farlo per motivi di carattere speculativo? ha detto Lucà. Ancora, sono passati emendamenti relativi all?obbligo di reinvestire gli utili o gli avanzi di gestione (non sarà possibile, insomma, redistribuirli tra i soci); relativi a forme di controllo contabile; relativi all?obbligo di devoluzione del patrimonio residuo, in caso di cessazione dell?impresa sociale, ad altre imprese sociali, onlus, associazioni, comitati, fondazioni, enti ecclesistici; relativi alla ?possibilità? (ma non alla certezza, sottolinea Lucà) che siano attribuite agevolazioni fiscali alle imprese sociali. E? inoltre passato un emendamento che introduce forme di partecipazione nell?impresa sociale ai prestatori d?opera e ai destinatari stessi delle attività: ?Un principio molto importante e innovativo, che nell?impresa profit non esiste? commenta Lucà. Con un emendamento sempre a firma Lucà, Lettieri, Realacci e Mazzoni, il governo è stato delegato a definire sanzioni nei confronti delle imprese che non osserveranno le prescrizioni relative ai requisiti strutturali. Un altro emendamento (Lucà, Fanfani, Bindi, Mazzoni, Delbono), ha permesso la soppressione di un passaggio del testo originario che prevedeva la creazione, all?interno delle imprese sociali, di Centri d?eccellenza, riconosciuti con decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. ?Era una nebulosa incredibile? commenta senza mezzi termini Lucà, ?Già bocciata, peraltro, dalla Conferenza Stato Regioni. Avrebbe creato disparità tra soggetti che hanno, sostanzialmente, pari dignità?. ?E? stato invece bocciato dal governo, con mia grande preoccupazione? conclude Lucà, ?Un altro emendamento che avevo proposto per agganciare la disciplina dei rapporti di lavoro all?impresa sociale. Avevo proposto che per l?applicazione si facesse riferimento ai contratti collettivi di settore. Il rischio, è chiaro, è che in assenza di disposizioni l?impresa sociale si sviluppi in una zona grigia di comportamenti elusivi e profili di irregolarità?.


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