Cultura

Ddl immigrazione, dure critiche da sindacati

Cgil, Cisl e Uil contestanoil provvedimento e chiedono un incontro col premier

di Gabriella Meroni

Dopo le critiche sulla delega per il mercato del lavoro e le pensioni, Cgil, Cisl e Uil aprono un nuovo fronte esprimendo dure critiche al ddl del governo sull’immigrazione. Nei giorni scorsi le tre Confederazioni hanno chiesto un incontro con il premier Berlusconi sui temi dell’immigrazione, lamentando di essere state ignorate in fase di elaborazione delle nuove norme. Oggi Cgil, Cisl e Uil affrontano un’audizione presso la commissione Affari costituzionali del Senato che sta esaminando il ddl dell’esecutivo. I sindacati manifestano ”forti perplessita’ anche sotto il profilo costituzionale specialmente per quel che riguarda le espulsioni coatte e il permesso di soggiorno collegato al contratto di lavoro”, spiega Alyune Guye, responsabile Cgil per le politiche dell’immigrazione. ”L’espulsione con accompagnamento alla frontiera senza una sentenza del giudice contrasta con i principi costituzionali”, precisa Guye, critico anche sulla questione dell’alloggio, di cui deve farsi garante il datore di lavoro: ”questo -sottolinea- fa aumentare il costo del lavoro e porta, di fatto, ad un secondo livello di contrattazione individuale, discriminando cosi’ i lavoratori extracomunitari da quelli italiani e esponendo i primi ad una minore tutela sindacale”. I sindacati contestano alla maggioranza e al governo anche il no deciso a una regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno, ma che hanno un alloggio e non hanno carichi giudiziari, stimati dalla Caritas in 300mila persone impiegate nelle piccole e medie imprese, come colf o nell’attivita’ di assistenza domiciliare agli anziani: ”dall”86 ad oggi -rileva Guye- in Italia ci sono state 2 sanatorie e 2 regolarizzazioni. Con queste ultime le posizioni lavorative di extracomunitari all’Inps sono passate da 180mila e 587mila. Sanatoria e regolarizzazione non sono la stessa cosa”.


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