Cultura

Ddl immigrati, domani riprende difficile cammino

Si prospettano tempi lunghi, anche per la possibile sanatoria per le colf

di Gabriella Meroni

Riprende domani sera in Commissione Affari Costituzionali, probabilmente nella seduta convocata per le 20,30, l’esame del ddl governativo 795 di riforma della legge Turco-Napolitano sugli immigrati e del connesso schema che rivede in termini piu’ restrittivi l’ingresso degli stranieri che svolgono attivita’ sportiva a titolo professionistico. I tempi per il varo dell’articolato e della connessa sanatoria limitata alle colf e ad altri assistenti domiciliari si prospettano ancora lunghi. E’, infatti, difficile ipotizzare che lo schema normativo Fini-Bossi giunga al traguardo della definitiva approvazione parlamentare prima del prossimo aprile anche nell’eventalita’ che il Governo faccia ricorso al voto di fiducia per bloccare un lungo braccio di ferro in Aula, prima al Senato e poi alla Camera, sulla miriade di emendamenti presentati dai gruppi di opposizione. La scorsa settimana la Affari Costituzionali, in sedute notturne, ha esaminato i primi 4 dei 27 articoli del testo, ma per l’articolo 4 – riguardante il rilascio del permesso di soggiorno – sono state discusse e votate solo le proposte di modifica relative ai primi commi. Il confronto – scontro tra maggioranza ed opposizione sull’articolo 4 del ddl deve riprendere dalla proposta di modificare l’art. 5 della legge 286 del 1998, cioe’ la Turco-Napolitano, aggiungendo al 3 comma il 3 bis, 3 ter, 3 quater e 3 quinquies in base ai quali il permesso di soggiorno e’ rilasciato a seguito della stipula del contratto di soggiorno per lavoro con precisa indicazione dei termini. Sull’articolato deve essere ancora acquisito il parere della Commissione Industria – che probabilmente sviluppera’ l’esame in sede consultiva mercoledi’ – e di alcune altre Commissioni. Gia’ nei giorni scorsi sono stati faticosamente acquisiti i pareri della Commissione Lavoro e della Bilancio con un difficile confronto tra maggioranza ed opposizione sui problemi di copertura finanziaria della riforma. E’ stata,infatti, ritirata la proposta di far fronte a parte dei costi della riforma con il blocco della facolta’ per gli immigrati, che cessino il lavoro in Italia e tornino nel loro Paese, di riscattare i contributi versati all’Inps in loro favore. Ii sottosegretario all’Economia Maria Teresa Armosino ha, comunque, ribadito in Commissione Bilancio che ”e’ congruo per la copertura’ il fondo derivante dai contributi versati in favore di extracomunitari provenienti da Paesi con i quali non sono stati stipulati dall’Italia accordi in materia di protezione sociale. Alcuni senatori di maggioranza membri della Affari Costituzionali, interpellati sui tempi di approvazione del ddl 795 in Commissione, evitano di sbilanciarsi in previsioni e pongono l’accento sulla necessita’ di dare rapida attuazione ad una normativa che rassicuri gli italiani anche sul delicato problema della sicurezza con un rigoroso ancoraggio degli ingressi di extracomunitari ad un chiaro contratto di lavoro funzionale anche a raccordare queste capacita’ lavorative con le esigenze dell’economia nazionale. I senatori di opposizione hanno piu’ volte chiarito in varie Commissioni i motivi del fermo no a questa riforma giudicata in contrasto anche con gli orientamenti europei favorevoli ad una piu’ organica e socialmente aperta normativa sull’accoglienza. Di fatto e’ difficile ipotizzare che in Commissione Affari Costituzionali il dibattito possa essere chiuso prima della meta’ di febbraio e che, pertanto, al si’ dell’Aula si possa giungere prima dell’inizio di marzo. Poi l’iter dovra’ essere ripercorso interamente a Montecitorio passando in Commissione e in Aula per cui non e’ realistico ritenere che il ddl possa diventare legge prima di 3-4 mesi. Pertanto non prima di aprile potra’ essere varata la sanatoria per le collaboratrici domestiche e gli assistenti domiciliari per i quali lo stesso Ministro del Welfare, Roberto Maroni ha espresso la scorsa settimana il proposito di presentare un emendamento in Commissione. D’altronde anche l’ipotesi di ricorso da parte del Governo a votazioni di fiducia per stringere i tempi presenta margini di rischio visto che i parlamentari del Biancofiore non hanno esitato nelle scorse settimane a sollecitare modifiche ed integrazioni dell’articolato varato da Palazzo Chigi dopo una difficile messa a punto.


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