Mondo

David di Donatello 2015, Io sto con la sposa è in finale

Il docufilm realizzato con il crowdfunding che sta riempiendo le sale di tutto il mondo, narrando le vicende di un gruppo di profughi sirio-palestinesi in cerca della salvezza in Europa, arriva nella cinquina dei migliori documentari italiani. Il 12 giugno i tre registi incontreranno il presidente della Repubblica: "Porteremo anche a lui il nostro messaggio di impegno politico per i diritti dei migranti"

di Daniele Biella

Il fermo immagine è già indimenticabile anche se non ancora avvenuto: Roma, 12 giugno 2015, al Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrà tre ospiti d’onore d’eccezione, tre figure di disobbedienza civile che in questi ultimi sei mesi stanno facendo il giro del mondo riempiendo le sale dei cinema con un docufilm di denuncia sociale. Sì, parliamo proprio di Antonio Augugliaro, Khaled Soliman Al Nassiry e Gabriele Del Grande, i tre registi di Io sto con la sposa, lungometraggio che narra il viaggio verso la salvezza – l’asilo politico in Svezia – di un gruppo di profughi siriani e palestinesi arrivati in Italia dopo essere sopravvissuti alle bombe della guerra in patria e al tremendo viaggio della speranza nelle acque del mar Mediterraneo. L’incontro con Mattarella? Il motivo è semplice e straordinario allo stesso tempo: l’opera è stata selezionata nella cinquina di finalisti del blasonato concorso nazionale del David di Donatello (sezione miglior documentario di lungometraggio), che prevede appunto un passaggio al Quirinale per i finalisti, considerati la migliore espressione del cinema italiano dell’anno precedente.

Coprodotto da 2617 produttori dal basso, Io sto con la sposa è stato presentato e premiato all’ultimo Festival del cinema di Venezia e da allora è sempre rimasto nelle sale italiane senza interruzioni, guadagnandosi la presenza in decine di paesi esteri, dal Canada alla Giordania, da Dubai alla stessa Svezia. “Nei prossimi giorni e settimane il film – in inglese e arabo con i sottotitoli – verrà proiettato in Nuova Zelanda, Stati Uniti, Sudafrica ma anche tutta Europa, tra cui Germania, Spagna, Svizzera e Belgio”, spiega Antonio Augugliaro. “La nomina per il David? Del tutto inaspettata, ci è giunta direttamente dagli amici dell’ufficio stampa di Storyfinders, e naturalmente siamo molto contenti”. La sera del 12 la diretta televisiva Rai della cerimonia porterà negli schermi degli italiani cenni della loro storia di impegno civile per il riconoscimento dei  profughi in fuga, mentre, come già successo a Venezia dove centinaia di persone in abito da sposa avevano inondato il red carpet, i registi e il loro dinamico entourage stanno già pensando per quel giorno a un altro atto di primo piano per tenere alta l’attenzione sull’odissea dei migranti. “La nostra è un’opera di spettacolo, ma con una valenza politica molto forte che porteremo fino alla stretta di mano con il presidente della Repubblica”, continua Augugliaro, “siamo supportati da mesi davvero emozionanti, con sale piene ovunque e persone molto attive nel seguire il film e discutere sul tema: pensavo, sbagliando, a un’Italia e un Europa depresse, le ho viste invece piene di vita, disposte a mettersi in gioco per gli altri”.

Come dimenticare le 500 persone accorse, per esempio, al Festival del Cinema Mediterraneo di Carbonia, in Sardegna, qualche tempo fa: “è stato meraviglioso, con momenti di profonda commozione anche nella commemorazione che abbiamo effettuato dopo la proiezione, in ricordo dei morti in mare durante le migrazioni: abbiamo cantato, e a sorpresa dopo i titoli di coda Manar – l’unico minorenne del gruppo di profughi protagonisti di Io sto con la sposa – si è messo a fare il suo rap davanti a tutti”, ricorda Augugliaro. Ancora, durante il Festival di San Sebastian, nei Paesi Baschi, uno degli 800 spettatori si è alzato tra il pubblico contestando il messaggio del film: “ne è nata una profonda discussione, durante la quale quella stessa persona ha cambiato idea, riconoscendo che non conosceva degli elementi importanti per valutare la situazione di chi fugge dalla guerra”. Queste sono solo due delle centinaia di situazioni eccezionali di Io sto con la sposa che, nato e cresciuto tra crowdfunding e passaparola, continua a sorprendere in positivo: la nomina al David? Un onore, ma non un punto d’arrivo: “il nostro è un messaggio che vuole arrivare sempre più in alto, ovvero ai decisori politici”, indica Augugliaro.  

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.