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David Bowie: il lato buono del Duca Bianco
L'artista inglese non si esponeva sul fronte della solidarietà, ma non per questo evitava di sostenere buone cause, soprattutto dopo il matrimonio con la modella somala Iman. E anche se le cronache riportano 10 associazioni che devono dirgli grazie, lui si schermiva: «Non sarò mai come Bono»
«Ammiro Bono e Bob Geldolf per l'impegno umanitario, ma io non sarò mai come loro. Forse perché cambio continuamente idea, vedo sempre tutti gli aspetti di un problema. O forse solo perché sono troppo inglese». Così David Bowie nel 2003 commentava le iniziative umanitarie dei colleghi musicisti – entrambi irlandesi – famosi per il Live Aid del 1985 (a cui peraltro partecipò cantando Heroes) o la campagna per la cancellazione del debito. Certo, il Duca Bianco deceduto ieri a 69 anni non era famoso innanzitutto per il suo impegno umanitario, ma non era certo scettico e disimpegnato come voleva far credere. Anzi.
Fondamentale per l'accendersi in lui di una spinta solidaristica fu il matrimonio con la supermodella somala Iman, avvenuto nel 1992. Lei, molto impegnata sul fronte della difesa dei bambini africani e a sostegno della lotta contro l'Aids e altre malattie, lo influenzò in molte scelte e lo rese partecipe di diversi eventi benefici da lei organizzati negli Usa, oltre che del lancio della sua linea di cosmetici Misdemeanor Lipstick, ideati per sostenere l'associazione contro le violenze domestiche Break the Cycle. A partire dalla fine degli anni 90, Bowie tenne diversi concerti in cui annunciava che parte del ricavato della vendita dei biglietti sarebbe andato a sostegno di una causa benefica o di un'associazione, e ogni anno per Natale interrogava la community dei propri fans su internet (il Bowienet che si raduna sul sito www.davidbowie.com) per decidere quale charity sostenere. Un'abitudine che ha permesso al sito www.looktothestars.org, che analizza il comportamento filantropico dei personaggi famosi, di elencare ben 15 cause in cui il cantante era impegnato (tra queste fame, povertà, difesa dei bambini, Aids, diritti umani, lotta alla violenza sulle donne) e 10 organizzazioni non profit sostenute (tra cui Save the Children, Keep A Child Alive, Food Bank For New York City, Every Mother Counts).
Lungi dall'essere solo un musicista, l'artista Bowie si esprimeva anche come pittore, e in questa veste ha spesso messo all'asta le proprie opere a favore di una charity. A partire dal 2003, quando alcune sue opere realizzate in collaborazione con l'artista africano Beezy Bailey andarono all'asta a favore di the Africa Foundation e Ikamva Labantu, il Duca Bianco offrì diverse volte quadri, fotografie o effetti personali a scopi benefici, come per esempio nel 2011, quando dieci suoi ritratti dipinti dall'artista Peter Howson furono messi all'asta a Glascow per raccogliere fondi a favore dei bambini affetti dalla sindrome di Asperger. L'utima iniziativa di questo genere è datata lo scorso maggio, quando una fotografia di Bowie (la vedete in questa pagina) datata 1975 e scattata da Geoff MacCormack venne messa all'asta alla Royal Albert Hall dall'associazione The Print Bank, il cui scopo è raccogliere fondi attraverso fotografie di personaggi famosi e poi girarli alle charity indicate dagli stessi protagonisti degli scatti.
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