Sostenibilità

Dati negativi sul clima, ma l’innovazione green è in marcia

Si è conclusa oggi a Ecomondo la seconda giornata degli Stati Generali della Green economy con la sessione dedicata ai trend mondiali. Quasi i 3mila partecipanti alla due giorni. Per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile la grande partecipazione dimostra la vivacità del settore «ci aspettiamo che la politica sappia interpretare questa forte spinta»

di Redazione

Si è conclusa oggi a Rimini, la due giorni verde degli Stati Generali della Green economy 2018 all’interno di Ecomondo. Un evento organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy con il supporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (in collaborazione con il ministero dell’Ambiente ed il patrocinio del ministero dello Sviluppo Economico e la Commissione europea) che ha rappresentato l’occasione per il mondo istituzionale, imprenditoriale e civile per confrontarsi sul tema della green economy divenuta ormai un percorso attuale e urgente per rilanciare l’economia in Italia.


Record di numeri per la VII edizione degli Stati Generali della Green economy: circa 80 relatori italiani ed internazionali, circa 3mila le presenze, con una grande partecipazione anche durante le sessioni tematiche di approfondimento e consultazione che hanno visto la partecipazione di oltre 50 organizzazioni di impresa e consorzi che hanno avanzate proposte per sostenere l’affermazione della green economy in Italia.

«La grande partecipazione agli Stati Generali della Green economy 2018 conferma la vitalità della green economy italiana», ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Ora ci aspettiamo che la politica sappia interpretare questa forte spinta e contribuisca con scelte normative adeguate, a partire dall’urgente ridefinizione dell’end of waste».

Tra le figure istituzionali che hanno partecipato agli Stati generali Green, Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, Davide Crippa, sottosegretario al ministero sviluppo economico e Michele Dell’Orco, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Nella seconda e conclusiva giornata degli Stati generali si è fatto un affondo sui trend mondiali nel corso della sessione internazionale. Dai lavori è emerso che la priorità ambientale internazionale del clima non sta seguendo una traiettoria positiva. Nel 2017 a livello globale si è verificato un aumento inatteso delle emissioni di carbonio dalla combustione di fossili per fini energetici dell’1,5%, e non promette bene neanche il 2018. Agli attuali ritmi diventa sempre più difficile non compromettere l’Accordo di Parigi. Eppure le cause dei cambiamenti climatici sono evidenti: la biodiversità si riduce, aumentano gli eventi estremi e i migranti climatici nel solo 2016 hanno rappresentato ben il 76% dei 31 milioni di sfollati.

Notizie preoccupanti arrivano soprattutto dalla Cina dove, nonostante gli ambiziosi programmi sulle rinnovabili (probabili 200GW di solare per il 2020) si continua a bruciare carbone tanto che nel 2017 le emissioni di carbonio sono aumentate del 3,5% e nel primo trimestre 2018 sono salite del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ma questi trend negativi internazionali potranno essere superati se gli obiettivi ambientali marceranno insieme con lo sviluppo tecnologico e l’innovazione. Ed è proprio la dimensione mondiale della green economy quella che è stata esaminata nel corso della sessione plenaria internazionale che ha visto un confronto tra players internazionali, istituzioni e industria sul tema: “Il ruolo delle imprese nella transizione alla green economy: i trend mondiali”.

«Questo aumento delle emissioni di carbonio dopo tre anni di stabilità o diminuzione lancia un segnale preoccupante, soprattutto rende sempre più stretta la finestra per tener fede all’ accordo di Parigi che ha disegnato la traccia dell’impegno necessario per tutto il ventunesimo secolo», ha affermato Edo Ronchi. Accanto all’aumento delle emissioni di carbonio si registra anche un dato positivo: nonostante le difficoltà le energie rinnovabili sono globalmente in aumento.

«È evidente oggigiorno che il rapporto tra imprese e ambiente stia cambiando» ha sottolineato Davide Crippa, sottosegretario, ministero dello Sviluppo economico all’apertura della sessione plenaria internazionale. «Nei loro modelli di business, le imprese stanno sempre più inserendo la tematica ambientale, non a caso in Italia le aziende green rappresentano il 27% del totale, percentuale che sale al 33,8% nell’ambito dell’industria manifatturiera».

La sessione si è poi sviluppata lungo due panel, l’uno legato ai vantaggi economico-finanziari derivanti dalla transizione verso la green economy, l’altro sui vantaggi occupazionali della stessa.

Analizzando a conclusione degli Stati Generali della Green economy la partecipazione social al dibattito su Twitter si sono contati circa 1.600 tweet con l'hashtag #statigreen18, oltre 350 utenti coinvolti nella discussione, con un’audience potenziale di quasi 700mila profili (oltre 10 milioni di impressions, visualizzazioni nella timeline). Nella giornata del 6 novembre, durante l'intervento del ministro Costa, #statigreen18 è rientrato tra i trending topic italiani. Bene anche il live streaming dalla pagina Facebook dell'iniziativa: la diretta delle sessioni plenarie ha già superato le 1.000 visualizzazioni.

In apertura photo by Jan Vanveen on Unsplash

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