Sostenibilità

Data center sempre più green

di Sara Bragonzi

Cercare un indirizzo su Google Maps, vedere un film in streaming, seguire il canale You Tube del nostro cantante preferito, postare sui Social, mandare una e-mail o archiviare le centinaia di fotografie fatte nelle ultime vacanze sono attività quotidiane che consumano moltissima energia.

No non sto parlando della bolletta elettrica di casa, proporzionale a quanto sono efficienti gli elettrodomestici o i device che abbiamo comprato, ma alla elettricità necessaria ai data center per funzionare e fornirci i servizi che chiediamo ogni giorno di più e che ci sono ormai indispensabili.

Si calcola che ben il 2% delle emissioni di CO2 a livello globale siano da addebitare ai centri di elaborazione dati. Per fare un esempio due minuti e mezzo di ricerca su Google emettono tanta CO2 equivalente quanto un chilometro in automobile.

Se è vero che al mondo l’energia elettrica viene prodotta in gran parte con nucleare e combustibili fossili climalternati ( il solo carbone pesa per il 29%) le energie rinnovabili sono in crescita e anche per i grossi utilizzatori di elettricità come i data center le cose stanno cambiando rapidamente.

Ridurre i consumi elettrici e usare fonti rinnovabili meno inquinanti è un obiettivo che molti grossi gruppi stanno portando avanti, a vantaggio dei loro stessi affari oltre che del clima.

Tim Cook nel 2015 ha spiegato chiaramente i motivi per cui Apple ha deciso di investire nelle energie rinnovabili: «Lo facciamo perché è la cosa giusta, ma anche perché finanziariamente conviene». Non tutti i proprietari dei più grossi data center mondiali la pensano allo stesso modo ma il percorso è iniziato e i primi risultati ci sono.

Grazie alle pressioni dei consumatori, sollecitati da una campagna di Greenpeace, per prima Facebook nel 2011 seguita l’anno dopo da Apple e Google si sono impegnati ad arrivare al 100 per cento di energia rinnovabile, facendo importanti investimenti nell’energia eolica e nel solare. Negli ultimi sette anni molte grosse compagnie si sono impegnate per questo obiettivo.

Il più grande motore di ricerca la mondo sul proprio sito dichiara “Sin da quando abbiamo aperto il primo data center di nostra proprietà, nel 2006, ci siamo impegnati a promuovere l’uso delle energie rinnovabili e sostenibili in diversi modi”. Questi impegni hanno compreso, nel tempo, l’aver stipulato accordi separati per finanziare con 2,5 miliardi di dollari 22 progetti di rinnovabili su larga scala negli ultimi 5 anni, dalla Germania al Kansas al Kenya. Senza contare che il nuovo data center firmato Big G verrà realizzato al posto di una centrale a carbone che sta per essere chiusa e sarà alimentato al 100% da energie rinnovabili sin dal primo giorno.

Secondo Greenpeace a oggi l’utilizzo di energia verde è il seguente:

  • Apple guida la classifica con l’83% di energie rinnovabili
  • Facebook e Whatsapp hanno raggiunto il 67%
  • Google, YouTube e Spotify sono al 56%
  • Amazon Prime come Netflix sono ferme al 17%

Sul report di 102 pagine realizzato da Greenpeace Click Clean si possono verificare i risultati raggiunti dalle maggiori compagnie mondiali.

Buone notizie arrivano dall’Europa sul fronte dell’innovazione tecnologica e dell’efficientamento energetico. In Svezia è stato costruito recentemente un centro elaborazione dati che ha l’ambizione di essere a livello mondiale il data center più green e efficiente mai costruito, con una produzione negativa di CO2. Non a caso il nome scelto è EcoDataCentre

I data center consumano grandi quantità di energia e un unico centro dati può richiedere più energia di una città di medie dimensioni. L’enorme quantità di elettricità utilizzata nei server viene convertita in calore che normalmente non viene riutilizzato, ma disperso nell’ambiente.
EcoDataCenter è pensato invece per riutilizzare questo calore per il teleriscaldamento, lavorando in combinazione con una grande centrale elettrica che sorge accanto, permettendo di utilizzare pompe di calore ad alta efficienza. La totalità dell'energia elettrica fornita ai server nel data center arriva inoltre da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico , solare e scarti della produzione di legname delle foreste svedesi).

Al momento questo impianto è stato riconosciuto come il quarto datacentre green al mondo, preceduto da quelli sempre in Svezia di Facebook, primi al mondo, seguito da Apple nella Carolina del Nord e dal Wyoming data centre, come pubblicato da Energy Digital nell’edizione del novembre 2017

Per restare in Italia Aruba, la prima società in Italia fondata nel 1994 per i servizi di data center, web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini, dichiara che dal 2011 i suoi data center funzionano solo con energia a garanzia di origine da fonti rinnovabili (certificazione GO). Il consumo annuo del Gruppo Aruba è di 50.000 MWh, con una Potenza media impegnata ca. 5,7 MW per un risparmio annuo di 17.986,360 tonnellate di CO2.

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