Mondo

Darfur: vertice e tanti punti di domanda a Tripoli

Il mini-vertice africano di Tripoli sul Darfur, conclusosi ieri, ha chiesto la firma del protocollo umanitario alle fazioni in lotta

di Emanuela Citterio

Avvolti ancora nel mistero l’effetto degli scontri nella regione sudanese del Darfur. L?Onu indica un totale di 30-50.000 vittime della crisi in Sudan, il 15 % delle quali uccise in conflitto. Il governo di Khartoum continua a ribadire che le vittime non superano le 5000. Ieri intanto, durante il mini-vertice africano sul Darfur che si è tenuto a Tripoli, il governo sudanese, insieme a Libia, Egitto, Nigeria, Chad e Sudan, ha respinto con fermezza ?qualsiasi intervento straniero? nelle vicende interne del Sudan, per evitare il rischio che ? vengano minati i tentativi di stabilizzare il Paese?. Il vertice, conclusosi ieri, ha proposto per il 21 ottobre ad Abuja, in Nigeria, la firma da parte dei gruppi ribelli dell?ovest del Sudan, Jem e Sla-m, del ?protocollo umanitario? sottoscritto in settembre con il governo di Khartoum. La firma, secondo il comunicato finale del vertice, dovrebbe riprendere il negoziato sospeso il mese scorso. Al governo sudanese la comunità internazionale ha continuato a chiedere che disarmi le cosiddette milizie ?janjaweed?, nomadi di etnia araba, ritenute filogovernative e responsabili di violenze contro la popolazione africana nera stanziale del Darfur, di religione musulmana come gli stessi ?janjaweed?. Qualche centinaio di peacekeepers africani – secondo una nota dell’agenzia Misna – già si trova in Darfur: 300 nigeriani e rwandesi secondo alcune fonti, 500 secondo altre – ed almeno altri 800 dovrebbero giungere entro ottobre per un totale successivo di almeno 4500. Il portavoce della presidenza egiziana Magued Abdel Fattah ha sottolineato che la comunità internazionale deve offrire al Sudan ?assistenza per aiutarlo ad applicare i suoi compromessi anzichè esercitare pressioni e inviare minacce? . Il 18 settembre scorso il Consiglio di Sicurezza dell?Onu aveva minacciato Khartoum di sanzioni petrolifere qualora non riesca a riportare la pace in Darfur. Secondo il ministro degli Esteri sudanese, Mustafá Osman Ismail, il vertice ha inviato al resto del mondo un messaggio chiaro, affermando che ? l?Africa vuole assumersi tutte le sue responsabilità e respinge interventi stranieri?. “Colpisce che poco o nulla sia noto a proposito della presenza di alcuni esponenti dei ribelli del Darfur in Libia non per partecipare all?incontro ma per colloqui separati con il colonnello Gheddafi” sottolinea l’agenzia Misna, che segue costantemente le vicende sudanesi. “Non sarà che, come spesso accade, le trattative più importnti si svolgono dietro le quinte e senza pubblicità?”. Il Paese del colonello sta assumendo da qualche tempo un ruolo sempre più interventista nelle vicende sudanesi. ?Pensiamo che la Libia possa svolgere un ruolo vitale? avrebbe detto a organi internazionali di stampa Tag al-Din Bashir Nyam del Jem ( Movimento per la giustizia e l?eguaglianza) aggiungendo che Gheddafi intende ascoltare personalmente i rappresentanti dei ribelli.


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