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Darfur: ucciso un dipendente della Croce Rossa

Dalla firma dell'accordo che avrebbe dovuto riportare la pace nel Darfur, sono undici i cooperanti uccisi.

di Redazione

E’ stato ucciso il dipendente sudanese della Croce rossa che era stato rapito due settimane fa nel Darfurin un agguato contro un convoglio umanitario. Lo rende noto la Croce rossa denunciando ”il deterioramento delle condizioni di sicurezza” nella regione”. Dalla firma dell’accordo che avrebbe dovuto riportare la pace nel Darfur, sono undici i cooperanti uccisi.

Intanto, si scalda anche il fronte diplomatico. Gran Bretagna e Stati Uniti hanno chiesto un voto domani su una risoluzione che aprirebbe la strada alla costituzione di una forza di pace per la regione del Darfur, in Sudan, nonostante l’opposizione del governo di Karthoum. La risoluzione richiederebbe il consenso del governo sudanese prima del dispiegamento vero e proprio della forza, ma le potenze occidentali sono convinte che il Sudan finira’ per acconsentire dal momento che gia’ ha accettato una presenza internazionale nella parte meridionale del Paese. ”Penso che i Paesi del Consiglio capiscono perche’ e’ urgente agire”, ha detto alla stampa l’ambasciatore britannico Eyr Jonas Parry dopo due settimane di dibattito su una bozza di testo messa a punto da Londra e Washington. Secondo l’ambasciatore americano John Bolton, si e’ trovata a questo punto ”una formula di compromesso accettabile a tutti” che potrebbe aprire la strada al voto dopodomani. Un nuovo testo dovrebbe essere messo a disposizione delle altre delegazioni prima della riunione del Consiglio di domani. I due ambasciatori hanno parlato dopo che il coordinatore degli aiuti umanitari di emergenza dell’Onu Jan Egeland ha messo in guardia su un nuovo disastro umanitario nel Darfur che, in assenza di un intervento urgente, potrebbe costare la vita a centinaia di migliaia di persone.

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