Incredibile! Pare che lunedì prossimo, stando a quanto scrive oggi il Washington Post, Luis Moreno Ocampo, procuratore capo del Tribunale penale internazionale, possa chiedere ufficialmente un mandato d’arresto per il presidente sudanese Omar Hassan el Bashir, accusato di genocidio per aver organizzato la campagna di violenze che ha portato alla morte di migliaia di persone negli ultimi cinque anni in Darfur. Il giornale statunitense cita fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro spiegando che la decisione potrebbe complicare il processo di pace nel Darfur, provocando una risposta armata da parte delle forze sudanesi ed i miliziani contro i 10mila peacekeepers dell’Onu e dell’Unione Africana presenti nella tormentata regione al confine col Ciad. I sostenitori dell’azione legale contro Bashir rispondono a queste preoccupazioni, ricordando come il presidente sudanese non sia effettivamente impegnato nella ricerca di una soluzione pacifica e forse l’incriminazione potrebbe costringerlo al tavolo negoziale.Dal mio punto di vista Ocampo sta giocando con il fuoco e la Comunità Internazionale ha il sacrosanto dirittodi ricordare al procuratore che in caso di guerra, la diplomazia ha diritto di precedenza sulla giustizia. Il rischio, inutile nasconderselo, è che vi siano gravi ripercussioni (belliche e umanitarie) nell’intero Corno d’Africa.
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