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Darfur occidentale: dichiarato lo stato d’emergenza

Il ritorno della violenza tribale nella regione del Sudan innesca possibili ricadute umanitarie: l'Onu, infatti, ha sospeso l'invio dei beni alimentari, le strade sono chiuse e il Governo annuncia l'invio di truppe regolari per sedare il conflitto

di Marco Dotti

Il Consiglio di sicurezza e difesa del Sudan ha dichiarato lo stato di emergenza nello stato del Darfur occidentale. Una decisione che consegue alla morte di alcune decine di persone.

Mentre le Nazioni Unite danno il bilancio degli scontri (40 morti e 60 i feriti), l'Onu ha sospeso l'invio di aiuti umanitari. Con conseguenze drammatiche: la città di El-Geneina, capitale dello stato sudanese del Darfur occidentale, le cui vie di accesso sono bloccate, è lo snodo per la distribuzione alimentare di tutta l'area. Un'area che interessa circa 700mila persone. Il Governo sudanese, da parte sua, ha dato incarico alle forze regolari di adottare tutte le misure necessarie per porre fine ai conflitti.

Il Consiglio di sicurezza e difesa del Sudan, presieduto dal Abdel Fattah Al-Burhan, ha tenuto ieri una riunione di emergenza. Dopo la riunione, il Ministro della Difesa sudanese Yassin Ibrahim Yassin ha annunciato che il Consiglio ha formato un comitato superiore per affrontare gli incidenti.

Il Comitato dei medici del Darfur occidentale ha emanato un comunicato in cui si parla di 18 morti e 54 feriti da sabato scorso. La miccia si è accesa a gennaio di quest'anno, con gli scontri tra le tribù Masalit e Al-Arab che hanno causato la morte di due persone. Si è così innescata una faida intertribale in cui – sempre secondo fonti dei medici del Darfur – 163 persone sono morte e 217 sono state ferite.

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