Formazione

Darfur: Msf, continuano i massacri

Medici senza frontiere denuncia un peggioramento della situazione umanitaria nella regione occidentale del Sudan

di Redazione

La violenza in Darfur continua con razzie di villaggi, attacchi ai civili e sporadici scontri. Circa due milioni di sfollati cercano di sopravvivere in grandi e strapieni insediamenti e campi, completamente dipendenti dagli aiuti umanitari per la loro sopravvivenza. A riportare l’attenzione sulla piu’ grave crisi umanitaria dell’Africa e’ Medici senza frontiere (Msf), che nella regione sudanese e’ impegnata con il suo piu’ grande intervento. In un incontro con la stampa, alcuni operatori di Msf di ritorno dall’Africa hanno riferito che nelle zone rurali del Darfur centinaia di migliaia di persone sono intrappolate dal conflitto e hanno un accesso minimo, se non inesistente, all’assistenza umanitaria. “Dopo oltre un anno dalla firma dell’accordo di pace” tra i principali gruppi ribelli e Khartum, hanno raccontato, “diverse fazioni armate, sia ribelli che governative, si sono divise e stanno combattendo le une contro le altre”. Medici Senza Frontiere fornisce assistenza umanitaria e medica a tutti i gruppi vittime della violenza: popolazione residente, sfollati e nomadi, anche se e’ stata costretta a ridurre temporaneamente alcuni progetti e a sospendere le cliniche mobili a causa della crescente situazione di insicurezza. Msf ha ribadito che le organizzazioni umanitarie forniscono assistenza in Darfur “nell’assoluto rispetto dei principi di imparzialita’, neutralita’ e indipendenza”, e che questo status deve essere mantenuto. Se, come qualcuna ha proposto recentemente, i convogli umanitari dovessero essere scortati da una forza militare, gli operatori umanitari rischierebbero di essere associati con una delle parti in conflitto, diventando di conseguenza un potenziali bersagli.

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