Cultura
Darfur: meeting straordinario dei ribelli dello Sla
A raccolta tutti sostenitori dello Sla in una località segreta del Darfur per eleggere il nuovo leader del movimento
Se ne parlava da settimane. Ma solo oggi, è giunta ufficiale la notizia che lo Sla (Sudan Liberation Army), il principale gruppo ribelle del Darfur, ha riunito i suoi sostenitori (politici, militari, simpatizzanti) in una località tenuta ancora segreta ai media. Un vero e proprio congresso straordinario che, secondo fonti locali raccolti da Vita ad inizio ottobre, dovrebbe unire tra le 6mila e le 7mila persone.
Obiettivo centrale del meeting è l’elezione del nuovo leader di un movimento armato in preda a profonde divisioni tra politici incaricati di portare avanti i negoziati di pace con il governo di Karthoum e i comandanti militari che sul terreno conducono ultimamente offensive a tutto spiano, a volte con sbavature più volte denunciate dalle Nazioni Unite perché operate contro civili.
Lo scontro vede opposto il Segretario generale dello Sla, Minni Arcua Minnawi, e il presidente del movimento Abdel Wahed Mohamed el-Nur. “Minnawi” scrive il corrispondente della Reuters in Sudan, “ha speso gran parte del suo tempo sul terreno, consentendogli di raccogliere ampi consensi tra i ranghi miliatri del movimento”. Un appoggio che rischia di rivelarsi fatale per il suo nemico giurato el-Nur, il quale a lungo si è rifiutato di partecipare alla Conferenza, ma che stranamente ha deciso di recarsi in Darfur in settimana dopo un’assenza di oltre un anno affianco ai combattenti.
Se l’esito del meeting rimane incerto – dalle ultime analisi raccolte il Generale Minnawi dovrebbe comunque spuntarla – il luogo di raggruppamento dei ribelli è tenuto sotto il segreto più assoluto. Per Giorgio Trombatore, coordinatore della Cooperazione italiana in Darfur e ex analisti politico per conto dell’inviata speciale Barbara Contini, “i ribelli temono eventuali attacchi da parte del regime o delle milizie arabe janjaweed che provocherebbero il fallimento del meeting”.
In caso di agressione, il coordinatore della riunione Ibrahim Ahmed Ibrahim ha fatto sapere che “qualsiasi attacco alla Conferenza sarà considerato un’agressione contro il processo di pace, e reagiremo con estrema fermezza”.
Dal febbraio 2003, in Darfur, regione occidentale del Sudan, è in corso una guerra civile che oppone due gruppi ribelli (lo Sla e il Jem, Movimento per la giustizia e l’uguaglianza) al regime militare di Karthoum guidato dal Presidente Omar el-Beshir. Dal settembre scorso, è nato il governo di transizione che vede partecipe gli ex ribelli dello Spla (Sudanese People Liberation Army). Per alcuni analisti, questa nuova configurazione politica potrebbe spingere l’ala più radicale dell’ex regime a scendere a patti con i ribelli del Darfur. Si stima che in due anni e mezzo di conflitti, sono morte tra 180mila e 350mila persone. Altri due milioni di civili sono stati costretti a lasciare i propri villaggi di origine.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.