?Evitare la carestia, mettere fine al conflitto attraverso il disarmo delle fazioni in lotta, avviare un processo di pace sostenibile, che risolva i problemi politici all’origine del conflitto, e imporre sanzioni nei confronti di coloro che si sono macchiati, direttamente od indirettamente, di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità?. Questi i punti chiave della mozione relativa alla crisi nel Darfur, approvata nei giorni scorsi dalla Camera, che prevede un impegno del Governo a far pressione sulle autorità sudanesi e nelle sedi internazionali per iniziative urgenti e ad attivarsi perché sia incrementato gradualmente il sostegno finanziario.
Un primo positivo passo dopo l’appello inviato a tutti i deputati dalla Campagna italiana per la pace e i diritti umani in Sudan, alla quale Caritas Italiana aderisce. Così come positivi sono i colloqui previsti per oggi a Ginevra tra gruppi ribelli e rappresentanti internazionali. Occorre però l’impegno di tutti per moltiplicare le occasioni concrete di dialogo tra le parti e assicurare protezione e assistenza umanitaria alla popolazione. Anche con il coinvolgimento e il contributo della società civile, nelle sue diverse espressioni, locali e internazionali.
I numeri della catastrofe rimangono agghiaccianti: in 16 mesi di combattimenti la guerra del Darfur ha causato oltre un milione di sfollati, quasi 200.000 profughi (tutti nel confinante Ciad) e migliaia di morti, dai 10.000 ai 30.000 secondo le stime più accreditate.
La rete internazionale Caritas è attiva da mesi per rispondere a questa drammatica situazione. Per il 27 e 28 luglio si terrà una riunione di confronto tra tutte le Caritas coinvolte, la Chiesa locale e il network delle chiese ortodossa e protestante.
L’intervento programmato ammonta a circa 14 milioni di euro e prevede prima assistenza, interventi igienico-sanitari e educativi a beneficio di 500.000 persone.
Sono state già fornite tende per 163 famiglie nei campi di Hashaba e Mershing, sono stati realizzati 116 servizi igienici a Mershing e altri 110 sono in corso di allestimento. A Belil vengono distribuite anche coperte, sapone, taniche. La Caritas è attiva anche in Ciad, nella diocesi di N’djamena, a sostegno di altri 30.000 rifugiati sudanesi.
?Il dramma dei sudanesi, come tutte le grandi emergenze e le povertà endemiche del Sud del mondo non può e non deve essere questione di addetti ai lavori – sottolinea mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana in partenza per l’Africa (Kenya e Mozambico le tappe principali) proprio per fare il punto sugli interventi in atto in tutto il continente, con particolare attenzione al Sudan e all’intera regione orientale. Nel 2003 la Caritas Italiana ha destinato all’Africa oltre tre milioni di euro (il 30% dei fondi spesi in ambito internazionale) sostenendo progetti in 24 Paesi.
?Sono situazioni che interpellano la coscienza di ognuno – aggiunge Nozza – ed occasioni per riflettere sull’ingiusta ripartizione delle risorse e delle opportunità, che impone un’autentica politica di sostegno allo sviluppo nella interdipendenza planetaria?.
Per sostenere gli interventi in corso (causale ?SUDAN?) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite:
– c/c postale n. 347013
– c/c bancario 11113 – Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2, Padova –
Iban: IT23 S050 1812 1000 0000 0011 113 – Bic: CCRTIT2T84A
– c/c bancario 100807 – Banca Intesa, p.le Gregorio VII, ROMA –
Iban: IT20 D030 6905 0320 0001 0080 707 – Bic: BCITITMM700
– Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (orario di ufficio)
– Cartasì anche on-line, sul sito www.cartasi.it, sezione ?Solidarietà?
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.