Volontariato

Darfur: la palla nel campo di Khartum

I ribelli hanno accettato l'accordo sulle questioni di sicurezza. Ma Khartum oppone un netto rifiuto

di Joshua Massarenti

I negoziati di Abuja (Nigeria) sono ad un bivio. Almeno sulle questioni di sicurezza, cruciali per spingere i protagonisti del conflitto in Darfur a trovare ua minima intesa e ricompensare gli strenui sforzi promossi dall’Unione africana per imporre una pace chimerica in una regione alle prese con una guerra civile devastante dal febbraio 2003. I ribelli hanno da parte loro accettato “in linea di massima” di firmare l’accordo di sicurezza proposto dall’Unione africana. “Abbiamo deciso di firmare il protocollo sulla sicurezza. Ora, spetta al governo di decidere, noi aspettiamo” ha dichiarato il negoziatore del Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem), Ahmed Mohammed Tugod. Per quanto riguarda l’altro movimento ribelle del Movimento di liberazione del Sudan (Slm), la firma è una questione di ore visto che il suo portavoce ha dichiarato di aver “approvato il testo”. Tutti gli sguardi e le speranze erano rivolti verso il governo, ma i delegati di Khartum non hanno intenzione di ratificare il progetto di accordo. “Consideriamo che questo progetto non riflette l’accordo definitivo” ha detto il capo della delegazione sudanese Magzoub Al-Khalifa, giustificando la scelta di Khartum di “non essere stati consultati su alcuni punti, in particolare la zona di esclusione aerea”. Khartum chiede che l’accordo includa un accatonamento dei ribelli e una ridefinizione del termine Janjaweed. Al-Khalifa ha suggerito che questi ultimi vengano identificati come “gruppi armati fuorilegge”. Un modo come un altro per deresponsabilizzare Khartum sul proprio appoggio a milizie sanguinose che, grazie al supporto logistico del regime sudanese, seminano il terrore sulle popolazioni civili del Darfur. Da parte sua, i mediatori dell’Unione Africana avevano annunciato che si avrebbero rifiutato qualsiasi modifica del testo proposto ai belligeranti. Nel pomeriggio, è previsto un incontro tra i delegati di Khartum e i mediatori, fermamente decisi a imporre il testo nella sua versione originale.


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