Non profit

Darfur: il giallo dell’ospedale italiano

Nel 2005 durante il Festival di Sanremo Paolo Bonolis promise di raccogliere un milione di euro per costruisse un ospedale. Oggi questo ospedale è chiuso ...

di Paolo Manzo

Punto primo. In Darfur Dal Febbraio 2003 c'è… una guerra che ha già fatto oltre 300mila vittime.

Punto secondo. Durante l'edizione 2005 del Festival di Sanremo per il Darfur era stato mobilitato il grande cuore degli italiani e il conduttore Paolo Bonolis promise di raccogliere un milione di euro affinché si costruisse a Nyala, nella parte meridionale della martoriata regione, un ospedale all'avanguardia, battezzato Avamposto 55.

Punto terzo. Oggi Scooperation può affermare con certezza che quell'ospedale è chiuso, come hanno potuto verificare personalmente a inizio dicembre nostre fonti bene informate. Già questa sequenza di fatti meriterà un approfondimento sui prossimi numeri di Vita anche se alcuni particolari possono essere anticipati.

Barbara Contini, a capo della Cooperazione italiana all'epoca del lancio di Avamposto 55, è sì stata esautorata dall'attuale esecutivo ma sino al 16 ottobre 2006 è rimasta capo progetto dell'Img – International Management Group, un'organizzazione intergovernativa nata nel 1993 su iniziativa dell'Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite e di Echo, l'Ufficio per gli aiuti umanitari della Commissione europea. Importante carica, visto che gran parte dei fondi per il Darfur della Cooperazione italiana passavano proprio da lì. Successivamente, è nata una fondazione privata, la Fondazione italo-sudanese.

Obiettivo dichiarato: riaprire entro gennaio 2007 Avamposto 55, dove sono già state sostituite le insegne di "Villa Italia" con quelle della Fondazione italo-sudanese. Ce la farà? Per ora la Farnesina ha inviato una missione di tecnici per indagare come sia stato possibile farsi soffiare l'ospedale di Nyala, mentre l'attuale governo sta cercando di capire come intervenire in Darfur, tracciando una linea di discontinuità rispetto al passato.

Staremo a vedere. Mohammed Yunus fa scuola anche in Brasile… dove, entro fine anno, incontrerà il presidente Lula. La Caixa Econômica Federal ha infatti invitato il Nobel per la pace che ha "inventato" il microcredito. Obiettivo? Tenere a Brasilia una conferenza aperta per illustrare a media e cittadini brasiliani il modello vincente della Grameen Bank e, probabilmente, aprire con essa una collaborazione più strutturata.

Vedi anche: Darfur: c'è del marcio a Nyala?

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