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DARFUR. Firmato accordo fra governo e ribelli

L'intesa raggiunta in Qatar con il Jem prevede il cessate il fuoco, lo scambio di prigionieri e accordi per far giungere aiuti alla popolazione

di Emanuela Citterio

Il governo sudanese e il Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza (Jem), uno dei principali gruppi armati in Darfur, hanno firmato un accordo a Doha in vista di una cessazione delle ostilità nella provincia occidentale sudanese teatro di una guerra civile dal 2003, che prevedono il cessate il fuoco e lo scambio dei prigionieri. I colloqui svolti a Doha hanno per obiettivo quello di preparare una eventuale conferenza di pace sul Darfur promossa dal Qatar, dall’Onu, dall’Unione Africana e dalla Lega Araba. Gli altri gruppi ribelli però hanno rifiutato di partecipare ai negoziati che si sono svolti nel Qatar.

Sullo sfondo dei negoziati c’è l’attesa per il verdetto del Tribunale penale internazionale, che sta valutando se emettere o meno un mandato d’arresto nei confronti del presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir con l’accusa di genocidio e crimini contro l’umanità. Un’accusa respinta da Karthoum, che ha ammesso di aver iviato milizie arabe per «sedare la ribellione in Darfur» ma ha fatto sapere che non accetterà mai l’imputazione di genocidio.

I colloqui intercorsi in Qatar prevedono anche accordi per permettere l’arrivo di aiuti umanitari alla popolazione sfollata a causa del conflitto e l’impegno da entrambe le parti di continuare le negoziazioni a Doha.


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